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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Piste ciclabili, incidenti in aumento del 17%. La Lega: "Lo Russo non sia complice della Giunta Appendino"

E chiedono di abolire i controviali misti a 20km orari

Fa ancora discutere il terribile incidente che venerdì scorso, il 26 novembre, in Piazza Rivoli ha coinvolto un'automobile e una bicicletta. È da lì che i leghisti Elena Maccanti, Fabrizio Ricca e Giuseppe Catizone partono per chiedere a Stefano Lo Russo, il sindaco di Torino, di mettere mano al sistema delle piste ciclabili torinesi. 

"Chiediamo all'amministrazione Lo Russo di non essere complice dell'incompetenza e dell'incapacità della Giunta Appendino nella viabilità torinese", spiega Fabrizio Ricca, "Il modo in cui avevano intenzione di disegnare Torino si dimostra nei fatti assolutamente pericoloso. Qualsiasi altro incidente avverrà avrà la responsabilità della politica che non si è attivata per fermare questo scempio. Chiediamo a Lo Russo di uscire dalla campagna elettorale e di entrare nel merito dell'amministrazione della Città". 

Per uscire dalla campagna elettorale e entrare nel merito dell'amministrazione della Città, secondo la Lega, è necessario mettere mano ai progetti che la passata amministrazione ha approvato e che sono legati al decreto ciclovie. In ballo ci sono quasi 5.000.000 di euro per investimenti che riguarderanno l'ampliamento della rete ciclabile, il completamento e la manutenzione delle stesse e per i controviali ciclabili. 

"Noi crediamo che sia assolutamente necessario rivedere la rete delle piste ciclabili già oggi realizzata alla luce dei punti critici che si sono manifestati in queste settimane", spiega Elena Maccanti, "Non solo piazza Rivoli, ma anche Strada Antica di Collegno, via Nizza. C'è stato un incremento degli incidenti del 17% dal 2018 al 2020". 

Come farlo? "Bisogna rivedere la rete esistente delle piste ciclabili e rivedere la filosofia dei controviali ai 20 all'ora con mobilità condivisa tra biciclette e automobili. Questi due aspetti cercheremo di correggerli attraverso due emendamenti alle linee programmatiche del sindaco che presenteremo e che si discuteranno la prossima settimana. Inoltre chiediamo che vengano bloccate le quattro delibere inerenti il decreto ciclovie. Chiediamo che tornino in commissione per poter utilizzare questi fondi per dare priorità a interventi di manutenzione e messa in sicurezza", continua Maccanti. 

Le piste ciclabili in discussione sono quella che parte da piazza Marmolada, di via Lancia e l'asse di via Gorizia nella zona sud di Torino; la pista ciclabile via Lanzo, via Cuorgé e quella prevista in corso Vercelli nella zona nord di Torino. "Corso Vercelli non è un corso a quattro corsie ed è ovvio che verranno generate non poche problematiche ai commercianti e ai residenti per la perdita dei parcheggi perché verranno persi centinaia di posti auto", spiega Giuseppe Catizone. "In corso Vercelli non abbiamo bisogno dell'autostrada dello spaccio: gli spacciatori si muovono in bicicletta e se gli facciamo anche la pista ciclabile creiamo le condizioni per aumentare i problemi di insicurezza", aggiunge Ricca. 

"Noi vorremmo che venissero rivisti i progetti delle nuove piste ciclabili in relazione agli errori commessi e che la priorità sia la messa in sicurezza delle piste ciclabili già esistenti", aggiunge Elena Maccanti che poi affonda sul tema dei controviali a 20 chilometri all'ora che sono ritenuti pericolosi, "Il controviale a 20 all'ora di corso Vittorio Emanuele che va da Porta Nuova a corso Massimo d'Azeglio credo che sia quanto di più pericoloso che abbia mai visto perché la corsia ciclabile è semplicemente disegnata con una striscia continua. Sì, come prevede il codice, ma quella è un'arteria ad altissima condensazione e lì passano monopattini, biciclette e trasporto pubblico locale non di linea come i taxi. Quello non è il nostro modello di controviale a 20 all'ora e non è il nostro modello di mobilità ciclabile per una città". 

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