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"Sindaco, che si fa in caso di radioattività": la protesta di chi teme la catastrofe nucleare

Da giorni manifestanti silenziosi e pacifici si alternano davanti al Comune per chiedere al sindaco un piano in caso di fuga radioattiva o dello sgancio di una bomba atomica

Da diversi giorni chi passa in piazza Palazzo di Città può notare che davanti al Comune c'è spesso una presenza silenziosa. Si tratta di uomini e donne che indossano un cartello dalla doppia facciata e, senza dire nemmeno una parola, fissano il municipio. Sul cartello il simbolo del nucleare, due persone con indosso delle grosse maschere e una domanda: 'sindaco che si fa in caso di radioattività?'. 

Si tratta di una protesta nazionale promossa dal Comitato di Liberazione Nazionale del professore Ugo Mattei: "È una protesta silenziosa e pacifica che si propone di sensibilizzare le amministrazioni comunali riguardo a un piano e a una forma di protezione per la cittadinanza in caso di incidente nucleare. Che possa essere involontario, una fuga di radiazioni nucleari o, visto che siamo in guerra, una bomba lanciata a poca distanza da noi", spiega Valentina Longo. 

Perché davanti al Comune? "Siamo davanti al Conune di Torino perché il sindaco è l'autorità sanitaria preposta a gestire questo tipo di emergenze. Esattamente come c'erano i piani per la cittadinanza in caso di pandemia, la stessa cosa vale, essendo la massima autorità sanitaria, in caso di catastrofe nucleare". 

Cosa chiedete al sindaco? "Il sindaco deve fornire un piano, dire cosa fare nel caso in cui si verificasse questa situazione. Delle linee guida, qualcosa su cui i cittadini possano basarsi nel caso ci fosse un problema di questo genere. I cartelloni però hanno due facciate, e la seconda facciata si pone l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica perché in molti non hanno compreso bene quanto questo rischio sia più vicino in questo momento nel quale siamo schierati in un conflitto bellico".

Le persone che passano come reagiscono? "Diverse persone si sono fermate. Alcune sono già informate rispetto al rischio nucleare, anche per via delle centrali. È un argomento abbastanza sentito, devo dire che le persone hanno reagito. In maggioranza in maniera interessata, mentre per qualcuno è stato scioccante. C'è chi non ha valutato fino in fondo quanto questo pericolo sia particolarmente vicino". 
 

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