Olimpiadi 2026, cresce il fronte del 'no' a Cesana e Pragelato: "Irresponsabile ripetere gli errori del 2006"

No al riutilizzo per le Olimpiadi del 2026 degli impianti di Cesana e Pragelato, ma sì all'Oval del Lingotto. In estrema sintesi è questo il pensiero di Chiara Appendino e Antonino Iaria, deputati del Movimento 5 Stelle, che - tirati per la giacchetta da alcune allusioni degli scorsi giorni - si inseriscono nel dibattito che sta animando il mondo politico torinese in questi ultimi giorni del 2022. 

"L'Amministrazione torinese guidata dal Movimento 5 Stelle ha sostenuto sin dal principio la bontà del riutilizzo degli impianti esistenti come modello di grande evento", sostiene l'ex sindaca in una nota. A riprova di ciò Appendino e Iaria ricordano il dossier di candidatura presentato nel 2018 e le missive ufficiali inviate agli organi competenti cofirmate con i presidenti della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, prima, e Alberto Cirio, dopo. 

"Alla luce del dibattito di questi giorni riguardo l'utilizzo degli impianti da Salto di Pragelato e da Bob di Cesana, la nostra posizione è vicina a quella del sindaco di Cesana, Vaglio", continuano i due facendo riferimento alle perplessità sollevate dal primo cittadino legate soprattutto al post olimpico e di cui ci ha parlato in un'intervista, "Per quel genere di impianti sarebbe irresponsabile ripetere gli errori del passato con i relativi danni ambientali ed economici lasciati poi ricadere sugli Enti Locali".

Discorso diverso invece sull'Oval: "Torino si focalizzi sugli impianti esistenti e funzionanti, in particolare sulla legacy del ghiaccio, dal momento che riutilizzare l’Oval, come sosteniamo da tempo, rappresenterebbe una straordinaria opportunità sia per Torino sia per l'Italia e contribuirebbe a un sensibile contenimento dei costi per il comitato organizzatore e per il Paese".