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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Nuovo ospedale alla Pellerina, l'area giostrai non basterebbe: necessari altri 13.000 metri quadrati

L'ampliamento potrebbe sfociare in una fascia di terra dell'attuale parco

L'area giostrai del Parco della Pellerina per il nuovo ospedale di Torino Nord - quello che giornalisticamente viene definito il nuovo Maria Vittoria - non basta. Quei 59.000 metri quadri non sarebbero sufficienti per realizzare nessuno dei progetti al momento sul tavolo della discussione. Dall'analisi dell'area sarebbero necessari dai 13.000 metri quadrati ai 24.000 metri quadrati in più. 

Questo perché un ospedale non è composto solo da stanze, lettini, corridoi e rampe per l'accesso delle ambulanze, ma anche da parcheggi, logistica e viabilità interna. È per questo che la zona del parco della Pellerina dove attualmente ci sono le giostre e dove si posiziona il circo non può bastare. 

Al vaglio - ma questa non è una novità - ci sarebbero tre opzioni: una prima ipotesi prevede la realizzazione di un ospedale a piastra con torri; la seconda e terza opzione invece prevedono una piastra con blocchi, ma con superfici differenti. 

Le tre opzioni

La prima soluzione prevederebbe tre torri di nove piani di cui almeno sette da realizzarsi fuori terra. La seconda opzione prevederebbe invece uno sviluppo orizzontale con un ospedale composto da quattro blocchi di cui tre di degenza e un'altezza di sette piani di cui cinque fuori terra. La terza opzione invece prevederebbe cinque blocchi ospedalieri di cui quattro dedicati alla degenza con un'altezza di sei piani di cui quattro fuori terra. In tutti e tre i casi sarebbe necessario un ampliamento del lotto: nei primi due progetti di 13.000 metri quadri, mentre nell'ultimo di 24.000 metri quadri. Nel caso di un aumento della superficie di 13.000 metri quadri si tratterebbe di un consumo di suolo del 22% in più. 

In consiglio regionale

Il tema è stato sollevato in consiglio regionale dalla consigliera Francesca Frediani di Unione Popolare che durante la seduta di questa mattina - martedì 7 marzo - ha chiesto un'informativa e proposto una convocazione congiunta delle commissioni consiliari competenti del Comune di Torino e della Regione Piemonte. 

Frediani dopo aver letto l'analisi che uno studio di consulenza ha realizzato per la Giunta regionale ha sollevato alcune perplessità: "L’area si estende per circa 59.000 metri quadrati ed è destinata dal P R G a Servizi Pubblici, pertanto non sarebbe necessario apportare modifiche quantitative all’indice urbanistico di edificabilità. Sussistono però dei vincoli edificatori quali la fascia di rispetto stradale e la fascia di rispetto elettrodotti. L’area risulta inoltre ricadere nella 'fascia fluviale allargata' del fiume Dora Riparia, con una conseguente necessità di limitare gli interventi di trasformazione del suolo che comportano aumenti alla superficie impermeabile. Ostacolo che, secondo il documento, sarebbe superabile in virtù del carattere di pubblica utilità dell’opera".

"Lo studio eseguito da una società di consulenza", continua Frediani, "dimostra che l'amministrazione torinese era perfettamente a conoscenza di tutto l'iter decisionale ed era, anzi, direttamente coinvolta nello stesso. Insomma: Comune e Regione hanno collaborato in sintonia e nell'assoluta mancanza di trasparenza verso i cittadini, per arrivare a questa decisione scellerata, che impatterà fortemente su uno dei preziosissimi quanto rari polmoni verdi della città. Una struttura con una impronta a terra di 20.000 mq, per uno sviluppo verticale di ben 7 piani darà il benvenuto nella città dove destra e sinistra sanno come stringersi la mano, ma sicuramente non nell'interesse dei cittadini".
 

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