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Scontri in piazza, la richiesta dei sindacati di polizia: white-list e black-list per le manifestazioni

Dopo gli scontri con gli studenti

I sindacati di polizia vogliono una white liste e una black list delle manifestazioni di piazza. Almeno una parte di essi. È quanto emerge dalle affermazioni di Eugenio Bravo del Siulp Torino, lo ha detto davanti ai consiglieri comunali della prima commissione del Comune di Torino riuniti per discutere degli scontri tra studenti e forze dell'ordine avvenuti il 28 gennaio e il 18 febbraio

Sul banco degli imputati anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che è stato tacciato di aver pronunciato parole che possono essere state fraintese: "Non abbiamo digerito le affermazioni del sindaco che potevano essere fraintese e così è stato", ha detto Enzo Liardo, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, che è stato il promotore dell'audizione consiliare dei sindacati di polizia.   

"L'affermazione del sindaco che ha detto che non voleva una città con i manganelli poteva essere interpretata male da deboli di mente e in questa città ce ne sono parecchi", ha continuato poi l'esponente del partito della Meloni, "Tutte le forze politiche dovrebbero impegnarsi anche con il Prefetto nella chiusura dei centri sociali. Così avverrebbe un miracolo: i manganelli comincerebbero ad abbassarsi. Bisogna vedere se le forze politiche, Prefetto e Questore siano d'accordo a fare un passo così importante".

Sì, perché al centro del dibattito tornano a esserci i centri sociali e coloro che il 18 febbraio davanti a Confindustria Torino hanno assaltato i carabinieri: "Quelli non erano studenti", ha spiegato Luca Pantanella dell'Fsp Polizia, "Sono persone che sfruttano occasioni per giocare alla guerriglia contro lo Stato. La politica prenda atto di quel che sta accadendo" 

E così i sindacalisti presenti in aula - tutti tranne Tommaso Canelli del Silp CGIL - hanno fatto trapelare una certa insofferenza per le dichiarazioni pubbliche che nei giorni della lunga trattativa tra una manifestazione e l'altra sono state rilasciate dal mondo politico. In primis dal sindaco di Torino. 

"Il messaggio che è passato poteva essere fuori luogo o fuorviante", ha spiegato Giuseppe Campisi del Coisp, "Il messaggio che passa nell'immaginario collettivo è che noi poliziotti cattivi abbiamo caricato degli studenti inermi con lo zainetto per il solo piacere di farlo. Noi non abbiamo il piacere di manganellare nessuno. Se abbiamo il manganello è perché in extrema ratio dobbiamo usarlo". 

Posizione più complessa e articolata è arrivata dal Silp, il sindacato di polizia della Cgil: "Il più grande errore che possiamo fare a una causa legittima come quelli degli studenti e dei lavoratori di polizia è di lasciarli soli davanti alle strumentalizzazioni", spiega Tommaso Canelli del Silp CGIL. 

Sì, perché la questione non è solo politica, ma anche di gestione dell'ordine pubblico tema sul quale non ha potere il Comune, come ha fatto notare lo stesso Lo Russo durante un dibattito sul tema in Sala Rossa. "L'ordine pubblico non è una legge esatta", continua il sindacalista , "In piazza io valuto chi sono i miei antagonisti. L'infiltrazione dei centri sociali è una prassi consolidata, ma io ritengo che in una piazza questa cosa vada valutata. Le fasi finali della manifestazione in cui si arriva al contatto dimostrano che i centri sociali avevano preso la piazza, allo stesso modo la difesa inerte di Confindustria. È fallita la mediazione". 

A tentare di ricomporre e trovare una mediazione nella mediazione è l'assessora Gianna Pentenero: "Lo spazio intercorso tra la prima e la seconda manifestazione è stato oggetto di incontri per mettere in campo tutto quel che è possibile cercando mediazione e dialogo con chi formalmente aveva richiesto la manifestazione e con chi rappresentava i manifestanti. Un lavoro istituzionale che ha cercato incontro, ascolto e negoziazione per garantire la partecipazione democratica". 

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