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Polemica nel PD, Mangone a Bragantini: "Cara Segretaria, denunziaci tutti"

Il consigliere comunale del Pd, Domenico Mangone, dalla sua pagina di facebook indirizza una lettera alla segretaria provinciale Paola Bragantini, riguardo una missiva inviata ai tesserati dell'aeroporto di Caselle

Dalle pagine di facebook nasce una mezza polemica interna nel Pd torinese. Il consigliere comunale Domenico Mangone scrive, in una nota del social network, una lettera indirizzata al segretario provinciale del partito Paola Bragantini e ai tesserati al Partito Democratico. Il titolo è già di per sé eloquente, "Cara segretaria Bragantini: denunziaci tutti".

Domenico Mangone fa riferimento ad una lettera firmata e inviata dalla stessa Bragantini agli iscritti del Pd dell'aeroporto di Caselle, "diffidandoli formalmente dall'utilizzo del simbolo del partito al quale questi lavoratori sono iscritti". In caso di inottemperanza, partirebbero le denunce. Come specifica il consigliere comunale Mangone, dal teso della missiva "il reato contestato è il non aver costituito formalmente un circolo Pd aeroportuale".

"Cari amici, la Bragantini ha ragione - scrive ancora Mangone -. Questo comportamento è gravissimo per un partito come il nostro". E poi parte un elenco di comportamenti che culminano in un "cara segretaria del PD faresti bene ad occuparti di queste cose e provare a verificare se tutti quelli che utilizzano il PD lo fanno con lo stesso spirito disinteressato degli amici dell'aeroporto che dedicano al partito tempo ricevendone in cambio diffide e minacce di denunce. Queste persone - conclude Domenico Mangone - non hanno fatto carriera né politica né professionale con il simbolo del PD e non hanno alcuna pretesa. Pretendono però di poter esprimere liberamente il proprio pensiero. Se questo è "reato" denunziaci tutti.

I comportamenti che la Bragantini dovrebbe verificare, secondo il consigliere comunale, sono quelli di chi ha "consentito, senza alcuna ripercussione, ai propri iscritti di fare alleanze politiche in contrasto con le linee del partito; di chi ha imposto (lei personalmente) un capogruppo al comune di Torino spaccando volontariamente il gruppo; di chi non ha assunto nessuna posizione sulla dismissione delle quote Sagat e di chi, non risulta, aver chiesto conto a propri iscritti sui comportamenti tenuti durante le primarie".

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