E' stato presentato in Regione, a Torino, un testo di legge che piace a centrodestra e centrosinistra. La legge, che ha raccolto un forte e sincero interesso non solo nel mondo politico, ha l'obiettivo di promuovere il recupero del cibo e dei beni di prima necessità rimasti invenduti per rifornire mense e ricoveri destinati agli indigenti. Promotrici del testo sono Angela Motta (Pd) e Rosanna Costa (Pdl): la legge prevede uno stanziamento di 700 mila euro, che dovrebbe partire a fine anno.

Alla conferenza stampa in cui è stato presentato il testo erano presenti vari protagonisti delle realtà no-profit del Piemonte, inclusa la vicepresidente della Compagnia di San Paolo, Suor Giuliana, che ha rimarcato la necessità di mettere in campo strutture molto rapide, visto che si tratta di ridistribuire cibo che avanza cucinato e prodotti prossimi alla scadenza. Fra i tanti intervenuti, anche il direttore del Banco Alimentare del Piemonte, Andrea Lazzari, che nel 2010 ha recuperato seimila tonnellate di alimenti e ne ha redistribuite 5.200.

Il vero problema della nostra regione, ha spiegato il direttore del Banco Alimentare, è che ora come ora sono troppo poche le mense caritatevoli esistenti per fronteggiare la nuova povertà, stimata in oltre 104 mila indigenti nel 2011, contro i 74 mila del 2010. Un rappresentante di Slow Food ha spiegato che anche l'organizzazione fondata da Carlo Petrini si sta muovendo nella direzione del recupero degli sprechi in campo alimentare. L'obiettivo dichiarato è portare alla modifica di "un modello di sviluppo che non possiamo più permetterci". La legge piemontese, hanno spiegato Motta e Costa, ha il duplice obiettivo di mirare al sostegno delle fasce economicamente più deboli, contribuendo nel contempo alla riduzione dei rifiuti e all'abbattimento dei relativi costi. La sua formulazione al momento è ancora molto generica, perché intende trovare applicazione non solo nel campo alimentare ma anche in altri settori, a partire da quello farmaceutico.

(ANSA)