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Insulti omofobi per l'ex segretario del PD: "Mi sono sentito umiliato"

Il fatto è accaduto durante uno spettacolo al Planetario di Pino Torinese

Insulti omofobi nei confronti dell'ex segretario regionale del Partito Democratico, Paolo Furia. È accaduto nella giornata di ieri - domenica 11 giugno - al Planetario di Pino Torinese dove l'esponente del PD era con il marito Samuele. A raccontare l'avvenimento è stato lo stesso Furia in un post su facebook tramite il quale ha denunciato l'accaduto. 

I due stavano assistendo a uno spettacolo al Planetario quando hanno chiesto a una coppia seduta alle loro spalle se potessero allontanarsi dalla sala a causa del neonato che, scrive Furia, piangeva con insistenza. "Froci di merda", "vi lamentate solo perché voi tanto di bambini non ne potete avere" e "venite fuori che la sistemiamo noi", sarebbero le minacce che sono state sollevate nei confronti di Paolo Furia e di suo marito. 

"Io penso che portare un neonato in un ambiente per bambini diciamo dai tre anni in su, un ambiente che un neonato non può certamente apprezzare, sia una forma di insensibilità principalmente nei confronti del bambino, il quale magari ha bisogno di contesti diversi dove, tra le altre cose, urlare quando si ha bisogno di urlare sia possibile", scrive Furia su facebook, "è vero, non ho figli, ma amo molto i bambini e vedo gli sforzi che i miei amici genitori fanno per conciliare la propria vita con quella dei figli. Dopodiché la reazione a una obiezione gentile è stata talmente violenta è mortificante da far venire meno qualsiasi argomento di discussione possibile". 

"Purtroppo i tamarri violenti sono dappertutto", continua, "Questi nello specifico spero di non vederli mai più, non li ho denunciati, non me ne frega niente di per sé. Però ecco, quando si dice che l’omofobia non è un aggravante, bè ora ho anche la prova sulla mia pelle che un insulto omofobo, così come un insulto razzista, o sessista, ha una sua gravità intrinseca rispetto ad un insulto normale perché prende di mira un aspetto della tua identità e ti fa sentire sbagliato per quello che sei, non per un atto che fai, che può essere più o meno condivisibile". 

"Tanto che ne sto scrivendo qui", conclude, "un po' per sfogarmi, lo confesso, perché mi sono sentito umiliato; e un po' per far presente ai tanti sottovalutatori della questione che purtroppo l‘omofobia esiste ancora, è diffusa e in alcuni ambienti o con alcune persone ci vuole pochissimo per scatenarla. È anche possibile che questa situazione stia aggravandosi poco alla volta per via del clima culturale regressivo della stagione che stiamo vivendo". 

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