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Influenza, il sindacato degli infermieri: "E' caos negli ospedali: ci appelleremo al Presidente della Repubblica"

L'Asl To4: "Non è emergenza sanitaria"

"Siamo al caos più totale. I pronto soccorso sono ampiamente oltre la linea rossa del collasso: se l’assessore alla Sanità non ci convocherà entro 48 ore per cercare di risolvere la situazione, ci appelleremo al Presidente della Repubblica". E' questo il grido di protesta che viene da Claudio Delli Carri, segretario regionale del sindacato degli Infermieri Nursing Up, a proposito della difficile situazione che si presenta in questi giorni negli ospedali torinesi e piemontesi, per via della sindrome influenzale che ha costretto migliaia di persone a richiedere l'assistenza sanitaria. E il Piemonte, insieme a Trentino, Toscana, Emila Romagna e Calabria è una delle regioni più colpite.

Casi in aumento

Gli ultimi dati regionali disponibili, elaborati dal Seremi - Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive -, evidenziano, nella settimana dal 25 al 31 dicembre 2017, un deciso aumento dell’incidenza settimanale dell’influenza, da 11 a 15 casi per 1000 assistiti. Il numero dei casi è aumentato in tutte le fasce d’età: l’incidenza settimanale nella fascia pediatrica (0-14 anni) è di 34 casi per 1000 assistiti, come al solito la fascia d’età più colpita; per le persone tra i 15 e i 64 anni è di 14,5 casi per 1000 assistiti; per le persone con più di 64 anni è di 8 casi per 1000 assistiti. Ma il bello deve ancora venire: proprio questa settimana, con la ripresa delle scuole dopo la pausa natalizia, è previsto l'arrivo del picco

"Mancanza di programmazione"

"Con una corretta programmazione dei posti letti – prosegue Delli Carri -, delle necessità di continuità sul territorio di coloro che possono svolgere la degenza altrove, delle assunzioni di personale per fare fronte a questa emergenza, il caos di oggi sarebbe stato evitabile. Peccato che in Regione non si sia fatto nulla in tal senso. E se gli ospedali in qualche modo stanno facendo la loro parte - prosegue il segretario di Nursing Up -, e si sono organizzati come potevano, sono i presidi del territorio che hanno del tutto mancato il loro ruolo. Solo alle Molinette di Torino ci sarebbero circa 100 persone dimissibili che, a oggi, non è possibile inserire in nessun luogo di lungodegenza". 

Non si può parlare di emergenza sanitaria

Tuttavia, secondo le Asl, il virus influenzale della stagione 2017-2018 non presenta caratteristiche di particolare aggressività rispetto al passato. "Dall'inizio dell'epidemia influenzale sono stati segnalati solo due casi particolarmente gravi e nessun decesso - si legge in una nota dell'Asl To4 - : non vi è quindi alcun incremento di mortalità rispetto al normale andamento dell’influenza che al momento non rappresenta in alcun modo un’emergenza sanitaria, se non a causa dell’aumento del numero degli accessi nei pronto soccorso". Ma ha sollevato polemica il caso di martedì 9 gennaio, giorno in cui una donna è morta dopo la chiamata dell'ambulanza che avrebbe tardato ad arrivare, forse proprio a causa del caos in ospedale. 

"Il caso riportato dai giornali di quella donna morta a Torino in attesa di un’ambulanza che era bloccata in ospedale per il picco influenzale - conclude Delli Carri proprio a questo proposito -, su cui ha aperto un’indagine la Procura, è rappresentativo di quale sia la reale portata di questa emergenza. Per questo, crediamo che non si possa perdere altro tempo e, in mancanza di risposte o azioni concrete, pensiamo vadano mobilitati strumenti eccezionali per un’emergenza divenuta insostenibile”.

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