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Incidente coinvolge bus di migranti, 11 persone portate a Torino nonostante le gravi ferite: "È razzismo di Stato"

A denunciare la situazione è stato Giuseppe Vernero, presidente del comitato di Torino della Croce Rossa Italiana. Nello schianto sono morti i due autisti

"Questo è razzismo di Stato", a sostenerlo è Alice Ravinale, consigliera comunale di Sinistra Ecologista, dopo le rivelazioni che questa mattina - lunedì 18 settembre - ha fatto Giuseppe Vernero, presidente del comitato di Torino della Croce Rossa Italiana, in relazione al trattamento che hanno subito un gruppo di migranti dopo un terribile incidente stradale. 

I fatti. È sabato, il 16 settembre, quando al centro di primissima accoglienza di via Traves a Torino arriva un bus con a bordo 43 migranti, di questi 11 sono feriti, uno ha addirittura un trauma alla mandibola talmente grave da non poter mangiare. Sono le persone che durante la notte erano a bordo di un bus che si è scontrato con un autocarro. I due autisti del mezzo muoiono a causa dell'incidente. 

Lo scontro avviene a Fiano Romano, 25 persone risultano ferite. Il mezzo è distrutto. Nonostante questo i migranti vengono fatti salire nuovamente a bordo di un autobus e trasportati a Torino. "Queste sono le condizioni in cui dobbiamo operare", spiega Giuseppe Vernero ai consiglieri comunali che lo stanno ascoltando durante la seduta della commissione speciale contro il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo. 

Undici migranti verranno portati al Giovanni Bosco e al Maria Vittoria con tagli, fratture al naso e ferite da suturare. Tra questi anche uno con la mandibola gravemente traumatizzata. "Erano persone in custodia dello Stato", spiega Ravinale, "È tremendo quanto ci è stato riferito, ovvero dell'arrivo dopo l'incidente di persone gravemente ferite. Credo che sia necessario fare chiarezza con una interrogazione parlamentare e come partito la presenteremo". 

Dall'11 luglio in centro di primissima accoglienza di via Traves è attivo per contrastare l'emergenza sbarchi e questa è solo una delle difficoltà che la Croce Rossa ha dovuto gestire. "La mia preoccupazione è il 30 settembre", continua Vernero, "Perché viene a cadere l'accordo tra Città e Prefettura. Ci stiamo affannando nel tentativo di reperire una struttura che possa assorbire la funzione di Hub che ha adesso via Traves. I numeri degli sbarchi non ci permettono di fare previsioni rosee se non legate al cambiamento delle condizioni meteo". 

La maggior parte di chi sta migrando oggi non è un migrante economico spiega il responsabile della Croce Rossa torinese, ma persone che scappano da guerre. "Difficile che tentino l'attraversamento verso la Francia, ma chi proviene dall'Eritrea chiede indicazioni per andare a Milano. Ciò mi fa pensare a un tentativo di superare il confine verso il Brennero". 

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