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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Panchine rosse per “papponi”, è bufera sulle frasi di Salvini

Il presidente del consiglio regionale Laus: "Così conferma la sua pochezza culturale". Conticelli, presidente Circoscrizione 6: "Su quelle panchine si siedono tutti"

Dichiarazioni che hanno fatto discutere, quelle pronunciate dal leader della Lega Nord Matteo Salvini nei confronti delle “panchine rosse”, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.

Salvini, elogiando la presa di posizione dei consiglieri leghisti della Circoscrizione 6 - i quali hanno votato “no” alla proposta di ridipingere di rosso altre dieci panchine - ha detto che le panchine rosse costituiscono solamente una perdita di tempo, in quanto ritrovo abituale dei “papponi”.

Immediate le repliche al leader leghista da parte degli esponenti politici della sinistra, tra cui il presidente del consiglio regionale del Piemonte Mauro Laus: “Le donne meritano rispetto - ha detto Laus - e Salvini conferma la sua pochezza culturale decidendo al posto loro. Da parte mia confermo pubblicamente la disponibilità a sostenere il progetto di allargare, su scala regionale e poi nazionale, la campagna di sensibilizzazione delle panchine rosse”. 

"Sulle panchine di Torino si siedono studenti, insegnanti, operai, ingegneri, pensionati, designer e badanti”, così Nadia Conticelli, presidente della Circoscrizione 6 che, in compagnia di alcuni cittadini, si è anche fatta immortalare su una delle panchine con in mano il cartello “io non sono un pappone”.

Attacchi al leader della Lega anche da parte dell’assessore regionale alle Pari Opportunità Monica Cerutti, “Caro Matteo Salvini - ha detto l’assessore - cultura significa anche usare un linguaggio diverso nei confronti delle donne, a partire dalle ministre. Fra le sue tante espressioni da dimenticare, ricordo da parte sua l'aver apostrofato la ministra Boschi come sculettante”. 

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