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Elezioni Regionali Piemonte

Il puzzle non è ancora completo: le Regionali sono una corsa a due?

Chiamparino per il centrosinistra e Bono per il Movimento 5 Stelle stanno già facendo campagna elettorale. Il centrodestra sta ancora titubando, anche se si avvicina la possibilità di una "non coalizione"

Il giorno del voto si avvicina, ma le carte non sono ancora tutte sul tavolo. Il week end appena passato è stato emblematico su quello che, per ora, sono i pezzi del puzzle. Sabato mattina Matteo Renzi ha fatto tappa a Torino per dare il via alla campagna elettorale nazionale del Partito Democratico, partendo proprio dal Piemonte, la regione che ha visto quattro anni fa il suo partito soccombere a Roberto Cota, delegittimato dal Tar e dal Consiglio di Stato. I vertiti del Pd sanno che il Piemonte è una regione strategica, una di quelle su cui bisogna puntare forte. E infatti la candidatura di Sergio Chiamparino attesta questa scelta. Le migliaia di persone accorse al PalaIsozaki sembravano tutte convinte che scommettere su Chiamparino sia stata la scelta migliore. "Sergio non solo vincerà, ma batterà qualsiasi record di preferenze", ci aveva detto qualche settimana fa in un'intervista Tom Dealessandri, senza sapere ancora che il vero avversario dell'ex sindaco di Torino potrebbe essere solo uno: Davide Bono del Movimento 5 Stelle.

L'attuale consigliere regionale grillino è sceso in piazza Castello poche ore dopo il discorso di Renzi all'Isozaki. Davanti al palco, sicuramente meno sfarzoso rispetto a quello riservato al capo del Governo, c'era almeno un migliaio di cittadini, tanti "visto che non c'è neanche Beppe Grillo". Ecco, proprio lui, il leader del Movimento 5 Stelle, nominato da Davide Bono, il quale ci anticipa che "Beppe sarà a Torino il 17 maggio", in chiusura della campagna elettorale. Scelta opposta a quella del Pd, ma pare essere un puro caso. I grillini, si è chiaramente capito, fanno sul serio, proveranno davvero a vincere le elezioni e a governare il Piemonte. I numeri fatti fino ad oggi d'altronde hanno sempre stupito.

Sono Pd e Movimento 5 Stelle per il momento a contendersi i voti necessari per vincere le elezioni. Dall'altra parte, nel centrodestra, c'è ancora uno studio per capire cosa fare. Se Forza Italia è già scesa in campo, lo attestano i cartelloni già affissi con la gigantografia di Gilberto Pichetto, i suoi unici alleati per il momento sono i leghisti guidati non più da Cota, ma da Gianna Gancia. Gli altri partiti con cui si sarebbe voluta fare un'ampia coalizione non hanno aderito al progetto. Fratelli d'Italia andrà avanti con Guido Crosetto, il primo nome fatto per guidare la coalizione, ma bocciato da Forza Italia. Poi c'è il Nuovo Centrodestra, partito che avrebbe potuto e voluto spendere il nome di Claudia Porchietto, assessore regionale al Lavoro negli ultimi quattro anni, ma che nelle ultime settimane ha fatto dietrofront tornando tra le fila di Forza Italia. Alla fine pare che si vada avanti con Enrico Costa, viceministro del Governo, sostenuto anche dall'Udc.

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