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Elezioni Politiche 2013

Volti nuovi 5 Stelle: chi è Silvia Chimienti, da Castiglione al Parlamento

Ventisette anni, di Castiglione Torinese è stata eletta nelle liste del Movimento Cinque Stelle nella Circoscrizione Piemonte 1. Siederà in parlamento

Silvia Chimienti, 27 anni, di Castiglione Torinese è stata eletta nelle liste del Movimento Cinque Stelle nella Circoscrizione Piemonte 1. Siederà in parlamento. Dal sito di Beppe Grillo alcune informazioni sulla neo deputata. Laureata in Filologia e Letterature dell'Antichità nel novembre 2010 presso l’Università degli Studi di Torino svolge attività di docenza di materie letterarie in due scuole medie di Torino. E' iscritta al primo anno di dottorato di ricerca in Antichistica presso l'Università degli studi di Milano.

Già candidata nel Movimento 5 Stelle di San Mauro Torinese alle elezioni amministrative del 2011, segue il M5S fin dalla sua nascita. "Ricordo l’entusiasmo del primo V-Day, l’8 settembre 2007, quando diecimila persone si riversarono in piazza Castello - si legge sulsito -  per chiedere di impedire ai condannati in via definitiva di sedere in parlamento. In quell’occasione è nata la mia passione per la politica e, in particolare, per quella forma di partecipazione attiva alla cosa pubblica che sta pian piano risvegliando le coscienze dei cittadini, portandoli a impegnarsi in prima persona senza più pensare di dover delegare a qualcun altro le scelte per il proprio futuro"

Dichiarazione di intenti per il parlamento:
"Il tema che più mi sta a cuore e per il quale vorrei apportare il mio contributo è quello dell’istruzione. Negli ultimi anni, la scuola e l’università sono state enormemente penalizzate. Le politiche dei tagli e delle riduzioni hanno colpito proprio quei settori sui quali i paesi giocano la propria competitività economica. A tutti i livelli, dal più basso al più alto, l’istruzione ha subito un processo depauperizzante che ha avuto conseguenze non trascurabili. Solo qualche esempio. Gli scarsi investimenti nella ricerca e nelle università fanno sì che i ricercatori, formatisi in Italia dopo un lungo e dispendioso percorso di studi, cerchino lavoro all’estero, causando importantissime perdite di risorse che vengono sfruttate altrove. Le università e le scuole pubbliche, costantemente prive di fondi, vedono svanire la possibilità di avere strutture dignitose e servizi per gli studenti, perdendo competitività con i poli universitari degli altri paesi. Nella mia università, le biblioteche hanno iniziato a rinunciare all’abbonamento ad alcune riviste e all’acquisto di libri. Il tempo pieno di un professore delle scuole secondarie vale circa 1400 euro. Formare i cittadini nella fascia d’età compresa tra i 6 e i 18 anni è quanto di più importante possa esserci per una società civile: il valore del lavoro svolto dai professori dovrebbe essere riconosciuto e dovrebbe poter essere gratificante. Tanti altri sono i problemi che affliggono il nostro sistema di istruzione: il baronato che soffoca la meritocrazia, i concorsi pubblici truffa, le università non abilitanti alle professioni, la mancanza di numeri chiusi che illude gli studenti sulle reali prospettive lavorative, il precariato necessariamente connesso con un sistema che ti abbandona il giorno stesso in cui discuti la tesi di laurea, senza prevedere aiuti economici ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro. In altri paesi, come la Germania, il sistema universitario prevede moltissime agevolazioni economiche per gli studenti e dei piani per il loro inserimento nel mondo del lavoro senza che gravino più sulle famiglie nel periodo compreso tra la fine degli studi e la firma del primo contratto. Il diritto allo studio non viene più garantito, esattamente come il diritto al lavoro. In Piemonte, i tagli dei fondi destinati all’EDISU, ente regionale preposto a garantire il suddetto diritto, hanno causato una notevole riduzione delle borse di studio e dei posti letto per gli studenti fuori sede.
La cultura tutta sta venendo mortificata nel nostro paese. La cultura, così poco redditizia agli occhi di qualcuno, è l’unica vera arma che l’Italia avrebbe per essere competitiva a livello mondiale. Possediamo una ricchezza immensa in termini di patrimonio culturale e naturale, più di qualsiasi altra nazione. Pompei è un sito unico al mondo, il cui valore inestimabile è sottovalutato in maniera cieca e indecente. Molti altri siti archeologici italiani stanno venendo letteralmente abbandonati e lasciati senza un’adeguata cura e manutenzione, per mancanza di fondi e di personale. La nostra storia cade a pezzi, senza che nessuno si indigni nella giusta maniera. Se non blocchiamo immediatamente questo processo involutivo, se non conserviamo la memoria della nostra preziosissima storia, fatta di arte e di bellezza, subiremo una inevitabile recessione e non si tratterà solo di una recessione economica ma anche culturale e spirituale. Io vorrei impegnarmi in prima persona affinché Pompei e tutti gli altri siti di interesse culturale italiani fossero tutelati da leggi speciali e diventassero realmente il settore economico più redditizio per l’Italia.
Per questi e per molti altri motivi, è necessario che la scuola e l’università italiane risorgano dalle ceneri e che venga restituita dignità all’istruzione e alla cultura"

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