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Torino, chiudere Porta Nuova? Tra i candidati sindaco chi è d'accordo, chi no e chi vuole farne un lago

Non è la prima volta che propongono di chiuderla

Era il 2011 quando Ilda Curti, appena nominata assessora all'Urbanistica per la Giunta Fassino, ipotizzava la chiusura della stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. Già all'epoca l'idea era di depotenziare la principale stazione ferroviaria della città a favore di Torino Porta Susa e del Lingotto. A dieci anni di distanza a riproporre quel progetto è Paolo Damilano, candidato sindaco del centrodestra, che vorrebbe trasformare la stazione in un polo culturale. 

"La discussione sulla chiusura di Porta Nuova era già un'ipotesi credo intorno alla metà degli anni 2000", spiega Ilda Curti, "Si trattava di un'operazione colossale che non è mai diventata una trasformazione urbanistica anche per non interesse da parte di Ferrovie". L'ipotesi dunque non è mai diventata una procedura anche perché la crisi economica del 2008 frenò ogni progetto. "Oggi come oggi sarebbe un progetto bello e significativo, ma irrealistico", conclude l'ex assessora della Giunta Fassino. 

Ma dunque si tratta di una boutade elettorale o di un progetto che potrebbe essere rispolverato per cercare di rilanciare la città? Abbiamo chiesto il parere dei candidati sindaci alle prossime elezioni comunali per comprendere la loro posizione sul tema. 

"La proposta di Damilano di chiudere Porta Nuova per un'unica stazione a Porta Susa è tecnicamente inconsistente ed è sbagliata", commenta Stefano Lo Russo, candidato sindaco del centrosinistra torinese, "Avrebbe l'effetto di compromettere l’utilizzo del passante ferroviario di Torino prima ancora di averlo finito, obbligando il Piemonte a rinunciare ad ogni progetto per rafforzare le linee ad alta velocità su Torino e potenziare e rendere più efficiente il Sistema ferroviario metropolitano, compromettendo il transito di almeno 180 treni merci al giorno (tra le direttrici per Milano ed Alessandria) verso e dalla Francia. Le città che crescono e vogliono essere nodi 'centrali'  della rete europea hanno stazioni passanti e si tengono ben care le stazioni centrali".

"Porta Nuova non si tocca", tuona Valentina Sganga, candidata del Movimento 5 Stelle e dei Verdi, "Sono totalmente contraria alla proposta del candidato del centrodestra, Paolo Damilano. Al di là dei proclami, dietro la proposta si cela il solito business di speculazione edilizia che punta in realtà a trasformare tutta l'area occupata dai binari, oltre 50.000 metri quadri tra i quartieri San Secondo e Crocetta, da una parte, e San Salvario dall'altra. Mi chiedo come si possa anche solo pensare una cosa del genere dopo che da poco è stato completato il restyling di Porta Nuova che presto diverrà il luogo di interscambio tra  Metro1 e Metro2, un punto ancora più nevralgico per la nostra città che difenderemo con tutte le nostre forze".

"Quest’idea conferma la tenace volontà di dare priorità al profitto di qualcuno, più che al benessere di tutti. Trovo inconcepibile chiudere una stazione che permette di raggiungere ogni angolo della regione, dell’Italia e finanche d’Europa, per fare spazio a un mercato di fiori che dovrebbe, nella bella idea di Damilano, 'attrarre turisti'", spiega Angelo D'Orsi, candidato di Sinistra in Comune, Potere al Popolo e PCI, "È ora di svegliarsi e di abbandonare l’ideologia delle 'Grandi Opere' e il sogno del 'turismo di massa'. La vera Svolta sta nelle piccole iniziative diffuse, rivalutando le zone più abbandonate e coinvolgendo l’intero territorio cittadino, a beneficio di ogni categoria e fascia d’età".

Per Damiano Carretto, candidato sindaco del Movimento 4 Ottobre si tratta di una boutade elettorale: "La chiusura di una stazione di 20 binari e l’espansione di Porta Susa che ne ospita soltanto 6 presuppone un investimento abnorme per miliardi di euro. Soldi che servirebbero ad esempio per la Metro 2 e la Metro 3, molto  più utili e urgenti. Se queste idee fuori dal mondo sono le uniche proposte di quello che viene indicato dai sondaggi come il prossimo Sindaco di Torino, per la nostra amata città si prospettano 5 anni in retromarcia".

In disaccordo anche Ivano Verra candidato sindaco di Italexit: "Io non sono assolutamente d'accordo. In questo momento non abbiamo un sistema di stazioni ferroviarie che ci garantiscano il sistema del trasporto locale perché Lingotto e Porta Susa sono stazioni di transito. Prima si dovrebbe parlare con chi gestisce la rete ferroviaria e capire che interessi hanno. Non può essere un politico a fare scelte tecniche. Davanti a una progettualità reale in merito al sistema stazioni si dovrà fare una valutazione su come utilizzare questi spazi urbani, ma non si può pensare che qualsiasi spazio urbano possa diventare un supermercato, un centro commerciale o un centro culturale". 

"I candidati a sindaco dovrebbero promettere cose che rientrano nei poteri di un sindaco", dice Davide Betti Balducci candidato sindaco del Partito Gay, "Parlare di un immobile non di proprietà del Comune e progettare a casa d'altri cosa fare è un po' azzardata come cosa. Pensiamo che si debba fare ripartire tutte le attività e i locali che sono andati avanti per decine di anni e che hanno sempre funzionato. Che creavano una vita notturna e un'anima sana della città. Riapriamo le attività storiche al più presto, quelli massacrati da un'amministrazione comunale che ha iniziato la sua crociata contro di loro nel 2017 quando il covid non esisteva"

Roberto Salerno, candidato sindaco del MAT Movimento Ambientalista Torino, non solo è d'accordo alla chiusura di Porta Nuova, ma al posto dei binari pensa a un lago: "La realizzazione del Lingotto e il pieno funzionamento di Porta Susa è più che sufficiente per il traffico ferroviario torinese anche per il futuro e sarebbe la scelta più intelligente per la città liberando, così, una lunga area dal centro di Torino fino al Lingotto che tornerà disponibile per i cittadini", spiega il candidato sindaco, "Sulla scorta di progetti di valorizzazione ambientale in altre grandi città europee, si può creare una grande oasi verde con un laghetto artificiale e aree verdi di fruizione per il tempo libero, come lo è Central Park di New York o Bois de Boulogne a Parigi, che riqualifichi e valorizzi tutta la zona diventando un'attrazione turistica e paesaggistica nonché biglietto di ingresso alla città e alle sue attività commerciali, incrementando di molto la qualità dell'ambiente metropolitano e la qualità della vita dei cittadini".

"Il nostro futuro Assessore all' Urbanistica, l Architetto Maurizio Zucca aveva proposto già negli anni 80 la chiusura di PN in un grande progetto d'acque chiamato 'Il Mare a Porta Nuova'", spiega Ugo Mattei candidato sindaco per la lista Futura per i Beni Comuni, "Si tratta di un tema importante in gran parte sottratto al potere dell'amministrazione e strettamente nelle mani dei vari soggetti finto-privati neoliberali in cui le vecchie FS sono state spacchettate e trasformate a fini di privatizzazione ed estrazione di valore da beni pubblici e comuni. Buttare lì in modo estemporaneo una simile proposta da parte di un candidato espressione dello stesso sistema neoliberali dimostra soltanto scarsa serietà. Le priorità di Torino sono altre, intanto si potrebbero immaginare almeno bagli gratuiti nelle stazioni per evitare a lavoratori in attesa come i taxisti o ai viaggiatori la piccola depredazione che deriva dalla privatizzazione di ogni bisogno". 

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