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L'acqua minerale, Paolo Damilano e la 'denuncia' dei Radicali: "Un conflitto di interessi da 50 milioni di euro"

A sollevare la questione Igor Boni

A sollevare la questione è Igor Boni, presidente dei Radicali Italiani che a Torino nei mesi scorsi ha concorso alle Primarie del centrosinistra: Paolo Damilano, il candidato del centrodestra alle prossime elezioni comunali, se dovesse diventare sindaco della città vivrebbe un conflitto di interessi da 50 milioni di euro di fatturato. 

La questione è complessa e corre su due binari: il primo binario è quello che conduce all'attività politica; il secondo a quella imprenditoriale. Il conflitto di interessi sollevato da Igor Boni si troverebbe nel punto di interesecazione tra le due attività. "Se Damilano diventasse sindaco di Torino di conseguenza diventerebbe anche sindaco della Città Metropolitana che è l'ente che concede le concessioni per l’imbottigliamento delle acque minerali", spiega Igor Boni che poi continua, "ed è l'acqua il principale business della famiglia Damilano, non il vino". 

La famiglia Damilano, secondo quanto riportato dalla segnalazione dei Radicali, sarebbe proprietaria, tramite la Società Pontevecchio srl, di ben 7 marchi di acque minerali e utilizzerebbe 6 concessioni per l’imbottigliamento delle acque minerali.  "Si tratta per la società Pontevecchio di un businnes assai redditizio, oltre 50 milioni di fatturato per oltre 4 milioni di utili, a fronte di concessioni dal prezzo irrisorio", spiega Igor Boni che poi precisa, "Nulla di illegale s'intende, anzi: viva gli imprenditori capaci di creare lavoro e reddito. Tuttavia la nota dolente c’è quando Damilano da imprenditore delle acque vuole diventare sindaco".

Sì, perché se Damilano diventasse sindaco sarebbe chiamato ad autorizzare o no la concessione per l’imbottigliamento delle acque minerali all'azienda di famiglia - il fratello ne è presidente - e per la quale farebbe ancora parte del consiglio di amministrazione. Concessioni che hanno una durata di vent'anni. Un conflitto di interessi che potrebbe manifestarsi facilmente perché quando viene individuata una fonte di acque minerali, l'azienda in questione chiede l'autorizzazione per l'imbottigliamento e dunque per aprire un impianto in quel luogo. Dunque se l'azienda fosse la Pontevecchio srl, Paolo Damilano, da sindaco della Città Metropolitana, dovrebbe esprimersi a favore o contro un'azienda per la quale sarebbe ancora nel consiglio di amministrazione e presieduta dal fratello. Spiegano i Radicali.  

"Credo che di questo ci si debba occupare e che Damilano sarebbe utile non si trincerasse dietro al solito no-comment", conclude Igro Boni, "Io, come ho già detto e scritto, sono pronto a confrontarmi pubblicamente con lui per chiedergli come potrebbe essere libero con questi due ruoli sulle spalle e come potrebbe trattare liberamente e duramente con la Regione Piemonte con questo conflitto di interesse. Damilano farebbe tutte le parti in commedia: chi dà le concessioni e chi le riceve. A mio modesto avviso si tratta di una questione dirimente”.

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