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Elezioni comunali 2016

Ballottaggio Appendino-Fassino: chi si schiera e chi si astiene perché “equidistante”

Gli esclusi dalla corsa alla carica di sindaco di Torino si sbilanciano, ma non troppo

Il notaio Alberto Morano, primo escluso dalla corsa alla carica di sindaco a seguito del voto del 5 giugno, oggi analizza cautamente la situazione, a quattro giorni dal ballottaggio. Scrive: “Se fossi il Sindaco uscente eviterei di accumulare troppe improvvise inaugurazioni a poche ore dal ballottaggio: un Sindaco che ha lavorato bene non fa promesse, porta risultati, in tempi non offensivi per l'intelligenza degli elettori. Eviterei anche gli appelli di certi suoi amici più realisti del re, gli fanno perdere voti”. Due giorni fa si appellava, invece, alla malizia dei torinesi riguardo ai candidati ‘in affanno’: “Troppa agitazione in vista di questo ballottaggio può far perdere credibilità. Il Sindaco uscente si sforza di apparire quello che non è, con uscite poco in linea con la sua figura: ad esempio, farsi fotografare in un pub a guardare Italia-Belgio. Mi chiedo se sia una sua abitudine frequentare le birrerie. La candidata dei 5 Stelle, per parte sua comincia a fare promesse che non si possono mantenere. Così non va. I torinesi sono molto più smaliziati di quanto i candidati in affanno non credano. Un po' di serietà non guasterebbe”.

Ieri, invece, a riprova di quanto analizzato da Morano, Mercedes Bresso, deputata al Parlamento Europeo ed ex Presidente della Regione, dichiarava apertamente che al ballottaggio del 19 giugno voterà Piero Fassino per quattro motivi: “Perché mi riempie di orgoglio sapere che il New York Times ha inserito Torino - unica città italiana - tra le 52 città al mondo da visitare e questo non è accaduto per caso; perché voglio una Torino al centro dell'Europa e non amministrata da chi al Parlamento europeo è alleato con la destra xenofoba, misogina e antieuropeista di Farage; perché i diritti civili sono una mia priorità e non mi fido di chi sulle Unioni Civili ha barattato i diritti di molti per una assurda ripicca e voglio dare il mio sostegno a chi ha fatto in modo che Torino fosse una delle prime città a dotarsi di un registro delle Unioni civili; perché dopo l'endorsement di Salvini e Borghezio a Chiara Appendino posso solo dire che Torino non è la Padania e questa città non la Lega nessuno”.

Sempre mercoledì nella pagina facebook di Roberto Rosso Sindaco si leggeva: “Il premio faccia di bronzo dell’anno è stato vinto da Massimo Gramellini. Che, senza alcun ritegno, spiega la necessità di votare Fassino per garantire la prosecuzione del governo degli “aristocratici” torinesi”. La nota conclusiva segna, certamente, l’idea di Rosso: “Basterebbe il vergognoso intervento di Gramellini per spiegare perché, a Torino, è necessario cambiare”.

Chi non si sbilancia in indicazioni di voto sono gli ormai ex candidati a sindaco Giorgio Airaudo (Torino in Comune) e Guglielmo Del Pero (SiAmo Torino). Entrambi appoggiano chi tra Appendino e Fassino sarà disposto a sposare alcuni punti del programma che sono stati loro sottoposti dagli ex avversari.

Osvaldo Napoli, quarto escluso dal voto del 5 giugno, spiega che il futuro di Torino ha bisogno di “sì” che arrivino dalla politica. “Non si conoscono, nella storia, città e comunità che hanno costruito il loro futuro ascoltando dalla politica soltanto dei "no" – scrive Napoli-. A Torino, ma non solo a Torino, gli elettori sceglieranno liberamente al voto di ballottaggio. Immagino, però, che la decisione di votare l'uno o l'altro dei candidati non potrà prescindere dalla risposta a una domanda che ogni elettore deve porsi: che cosa sarà Torino nel 2025 o nel 2030, quando i miei figli saranno adulti? La nostra città sarà allora quello che si deciderà di fare oggi”. Conclude: “Non do suggerimenti agli elettori, ai quali mi permetto di dare soltanto un consiglio: votate, chi ritiene di farlo al ballottaggio, guardando ai programmi dei candidati e soprattutto alla loro realizzabilità. Un voto dato per simpatia o antipatia non porta da nessuna parte”. 

Parla di “Assoluta equidistanza da Fassino e Appendino” Marco Racca di CasaPound: “Non c'è nessuna simpatia di ‪CasaPound‬ verso la Appendino e allo stesso modo non c'è e non potrà mai esserci alcuna vicinanza con il PD, artefice dello sfascio di questa città. I due candidati esprimono la stessa visione su tutto quello che riguarda l'immigrazione, il degrado, i campi rom, la sicurezza. Nessuno dei due ha risposte sulla questione dell'emergenza abitativa o sugli altri problemi cui quotidianamente deve far fronte il cittadino torinese. Nessuno dei due, quindi, rappresenta la soluzione per Torino, ma entrambi sono parte del problema”. Rafforza Racca: “Visto che entrambi hanno le stesse posizioni sull'immigrazione, nessuno dei due parla degli italiani abbandonati, non li sosterrei mai e al ballottaggio non andrò a votare”.

Il Partito Comunista di Marco Rizzo al ballottaggio non farà nessun accordo:Si assiste ad un balletto indecoroso di giochi da teatrino della politica, un vero mercatino che non ci piace e che non piacerà neanche al popolo. Siamo convinti che la maggioranza assoluta degli elettori di Torino, Milano, Roma e Napoli non parteciperanno al voto. Se qualcuno avesse qualche dubbio nel votare una delle due facce della stessa medaglia, consigliamo di annullare la scheda con la seguente scritta: ‘UE e poteri forti sono per la riforma costituzionale. NO al referendum di Renzi’”.
 

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