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Elezioni regionali 2024 Centro / Via San Francesco D'Assisi

Elezioni regionali, il monito della Lega a Fratelli d'Italia: "Se vuole i nostri posti deve prendere il 37%"

Se Fratelli d'Italia nella prossima Giunta regionale di centrodestra vorrà avere lo stesso peso che oggi ha la Lega, prima di tutto dovrà conquistarsi i voti che il carroccio conquistò nel 2019. A dirlo è un leghista doc

Se Fratelli d'Italia nella prossima Giunta regionale di centrodestra vorrà avere lo stesso peso che oggi ha la Lega, prima di tutto dovrà conquistarsi i voti che il carroccio conquistò nel 2019. I giochi ancora non sono fatti. Soprattutto perché le elezioni non sono ancora state vinte. 

A lanciare il monito è Alberto Preioni, capogruppo della Lega in consiglio regionale, che, circondato da assessori e consiglieri regionali leghisti, ha utilizzato la consueta conferenza stampa di fine anno per mettere in chiaro alcuni dati politici. In primo luogo il peso che in questa legislatura hanno avuto i leghisti. 

"Se Cirio ha fatto bene, e ha fatto bene, è perché c'era la Lega con i suoi sette assessori e ventidue consiglieri regionali che hanno spinto la Giunta regionale", ha spiegato Preioni, "Non ci sono mai stati numeri così importanti, nemmeno ai tempi della DC, e siamo soddisfatti di aver dato una nuova impronta al Piemonte". Un modo per rivendicare quanto sia stato determinante il peso della componente salviniana in questa legislatura. 

Un messaggio per nulla velato non tanto agli avversari, ma soprattutto agli alleati che già stanno immaginando i rapporti di forza della prossima Giunta regionale. Su Fratelli d'Italia che ha rivendicato gli stessi assessorati che oggi ha la Lega, Preioni è stato lapidario: "Bisogna prendere il 37% alle elezioni regionali. La Lega ha avuto questi assessorati perché ha avuto voti veri, scrutinati". E la cautela non si ferma qui perché non bisogna dare per morto neppure il centrosinistra. 

"Non sottovalutiamo il centrosinistra perché i conti si fanno alla fine dello scrutinio", ha detto Preioni, "soprattutto perché a Torino sono molto radicalizzati. Noi siamo tranquilli perché qua abbiamo governato bene. Qui abbiamo 24 persone che per sei mesi spiegheranno ai piemontesi le tante cose che abbiamo fatto, con tre anni di covid che sono stati terrificanti". 

È anche per questo che, ambizioni personali a parte, sarà necessariamente Cirio il candidato presidente del centrodestra, perché una discussione interna c'è stata tra i partiti della coalizione, ma cambiare è comunque troppo rischioso: "Siamo stati i primi a dire a Cirio di ricandidarsi e a stimolarlo perché abbiamo visto che era il candidato giusto. La Lega è stato il traino di tutti, abbiamo consiglieri che hanno il 100% di votazioni e non è banale. Abbiamo dato sempre uno stimolo a patrimonio di tutta la maggioranza". 

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