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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

“Chiamparino deve dimettersi e non ricandidarsi”, i grillini lanciano #maipiùchiampa

Parole chiare quelle dei consiglieri del Movimento 5 Stelle a poche ore dalla decisione del tribunale amministrativo sulle presunte firme false delle liste e del listino collegati al presidente Sergio Chiamparino

Mancano poche ore ormai al pronunciamento del Tar sul ricorso presentato dalla consigliera della Lega Nord, Patrizia Borgarello, sulle presunte firme false raccolte per la presentazione delle liste Pd, Chiamparino per il Piemonte e il listino dell’attuale presidente. 

La decisione che domani prenderanno i giudici potrebbe essere determinante per il proseguo della legislatura visto che il presidente Sergio Chiamparino ha detto e ribadito in più occasioni che se ci sarà qualche ombra sulla sua elezione lascerà la poltrona di piazza Castello. Un’ipotesi scongiurata da chi sta vicino all’ex sindaco di Torino, ma auspicata invece dall’opposizione e in particolare dal Movimento 5 Stelle che questa mattina hanno organizzato una conferenza stampa per spiegare alcuni punti.

Per i grillini, che si sono presentati con i consiglieri Giorgio Bertola, Davide Bono, Francesca Frediani e Paolo Mighetti, il presidente Chiamparino non è “senza macchia” perché - a detta loro - non poteva non sapere di quanto avvenuto negli ultimi due giorni prima della presentazione di lista e listino. “Come poteva pensare un politico navigato come Chiamparino che in due giorni si sarebbero riuscite a raccogliere nuovamente tutte le firme necessarie per la presentazione delle liste? - dice il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale Bertola -. Questa delle firme false o è una leggerezza molto grossa, oppure un disprezzo delle regole da parte di qualcuno”.

Non si sbilanciano i grillini su quanto potrebbe decidere domani il tribunale amministrativo, ma non hanno dubbi sulle parole di Chiamparino, pronto a dimettersi qualora non vada tutto liscio. “L’ho ha detto urbi et orbi, non può tirarsi indietro anche se potrebbe volerci un po’ di tempo”. Tempo sì, ma il Movimento 5 Stelle presserà e non poco in caso di nuove elezioni. “Vogliamo che si facciano il prima possibile, magari nell’autunno prossimo. Sarà un ritorno alle urne costoso, circa 20 milioni di euro, e se è vero che si potrebbe risparmiare qualcosa facendo un election day con le amministrative di molte grandi città come Torino e Novara, non vogliamo che ci sia un anno di campagna elettorale. Sarebbero mesi contro il vero interesse di tutti i piemontesi”.

Uno dei punti fondamentali è anche la non ricandidabilità di Chiamparino che ha dato il nome all’hashtag #maipiùchiampa. “Le sue responsabilità sono sotto gli occhi di tutti e quindi si deve dimettere e non presentarsi più. Pare comunque che lo stia capendo anche lui e pare che non si rimetterà in gioco in caso di dimissioni”.

Quanto alla modifica della legge elettorale, vista l’aria di cambiamento che tira da qualche tempo, è ben vista dai consiglieri a 5 stelle. “Va cambiata senza dubbio, i cittadini devono esprimere la propria preferenza. Se però Chiamparino andrà a casa e si tornerà alle urne bisognerà farlo con l’attuale legge elettorale perché non si può fare troppo velocemente”.

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