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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Cura dimagrante delle Circoscrizioni in aula, dai quartieri l'ok: "La riforma ci piace a patto di avere più poteri"

L'opposizione rilancia sulla riforma di Decentramento discussa in Sala Rossa. La rivoluzione sul numero di quartieri e sui rapporti tra Comune e cittadini

Dura da due giorni e si preannuncia ancora molto ardito e lungo il dibattito in Sala Rossa sulla riforma del decentramento che dovrebbe portare le Circoscrizioni da 10 a 7. Ma non solo perchè le due delibere partorite da una Commissione speciale rivoluzionano il rapporto giuridico tra quartiere e Comune e quartiere e cittadini. Sulle due delibere un consistente "ostruzionismo" messo a punto da un'opposizione che non ha esitato a portare in aula fior fiore di emendamenti e si sta battendo affinchè la delibera, di fatto, rimanga sulla carta perchè "fatta nel chiuso di una stanza con il righello e non nell'interesse della città che, peraltro, alle Circoscrizioni non si interessa".

A fomentare l'ostruzionismo non solo le modifiche, ma l'accorpamento fisico dei quartieri: "E’ una riforma sbagliata che, per esempio, tiene insieme San Salvario con la Collina, anche se con essa non c’entra nulla - afferma Fabrizio Ricca della Lega Nord -. Il fatto è che in Collina il Pd non vince e allora tenerla assieme a un territorio densamente popolato e elettoralmente favorevole permette di mettere le mani su una circoscrizione in più". E poi ci sono i costi della politica che la delibera dovrebbe ridurre, ma l'opposizione rilancia chiedendo che non siano ridisegnati i confini, che siano mantenuti i quartieri così come sono, togliendo gli emolumenti ai consiglieri.

All'interno delle Circoscrioni, però, di fatto la rifoma piace perchè i primi ad averla voluta sono stati proprio i presidenti che nel 2013 presentarono una proposta di deliberazione che gettò le basi per la successiva costituzione della commissione che ha di fatto partorito la rivoluzione dei quartieri. "E' una mediazione abbastanza funzionale - afferma Claudio Cerrato della Quattro -. La dimunzione dei quartieri è necessaria per rendere più efficiente la macchina amministrativa sul territorio e più omogenea come gestione". A preoccupare i quartieri sono, infatti, proprio alcuni emendamenti che ridurrebbero i poteri e le facoltà delle Circoscrizioni: "Non siamo un organo che deve fare da tramite - ci racconta Marco Novello della Dieci - dobbiamo dare delle risposte ai nostri cittadini. La delibera ha un senso se accompagnata dall'idea di una vicinanza più concreta col cittadino dove ci siano delle forme assidue di partecipazione". A tal proposito i settori legati alle scelte edilizie, urbanistiche, legati alla manutenzione stradale dovrebbero rimanere di stretta competenza del territorio e quindi delle Circoscrizioni.

Col favore dei presidenti di quartiere anche i cittadini avrebbero più vantaggi, avendo "delle amministrazioni che in teoria potranno incidere più direttamente nelle manutenzioni dei territori", continua Cerrato. In ordine all'accorpamento dei quartieri, visto dall'opposizione in alcuni casi forzato, come la scelta di unire la Collina a San Salvario, il presidente della Dieci rilancia: "La nostra Circoscrizione sarà accorpata alla Due - conclude Novello - e il nuovo quartiere avrà quindi 135mila abitanti, gestirli non sarà difficile e se la riforma sarà approvata gli elementi forti per noi saranno tanti".

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