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Politica Vanchiglia / Corso Belgio

Il caso delle alberate di corso Belgio arriva in Comune: le ragioni di Tresso e quelle di chi protesta

È stata la giornata di Francesco Tresso, assessore al Verde della Città, che ha deciso di fare chiarezza sul progetto di sostituzione degli attuali alberi che affacciano sul corso

Il caso delle alberate di corso Belgio arriva in Comune, all'interno del palazzo e fuori. All'interno è stata la giornata di Francesco Tresso, assessore al Verde della Città, che ha deciso di fare chiarezza sul progetto di sostituzione degli attuali alberi che affacciano sul corso; fuori invece hanno fatto sentire le loro ragioni i residenti che si sono costituiti in un comitato dal nome 'Salviamo gli alberi di corso Belgio'. 

Il progetto

"Abbiamo ritenuto che fosse necessario dare informazioni adeguate", ha spiegato Tresso facendo riferimento alle numerose proteste che sono nate dopo l'annuncio del Comune del progetto di riqualificazione di corso Belgio. Un progetto complesso, simile a quello realizzato in corso Umbria, che prevede l'abbattimento di 242 aceri che verranno sostituiti con 269 peri. Inoltre verrà razionalizzato lo spazio dei parcheggi separando in modo netto lo spazio riservato alle automobili da quello riservato alle piante. Degli attuali 302 parcheggi ne verranno sacrificati 8. I lavori inizieranno il prossimo 12 giugno con il primo lotto che va da corso Tortona a corso Brianza. 

Il nuovo corso Belgio

I motivi della protesta

Gli attivisti del comitato di corso Belgio davanti al Comune parlano di deforestazione urbana e si schierano contro l'abbattimento degli aceri: "È un viale stupendo e non crediamo assolutamente che tutti gli alberi siano ammalati", spiega Franca Balsamo del comitato 'Salviamo gli alberi di corso Belgio', "Chiederemo di vedere ogni albero in che condizioni è e in che tipo di classificazione è stato inserito, perché solo quelli classificati in classe D devono essere abbattuti". 

Comitato Salviamo gli alberi di corso Belgio

"Si parla di un restyling di tutto il viale perché gli alberi sarebbero a fine ciclo, ma il fine ciclo non è un concetto scientifico", sostengono, "In un momento di crisi climatica enorme ogni albero ha una sua funzione: assorbire la CO2, dare l'ombra rispetto al calore, all'ossigeno. Loro vogliono abbatterli per sostituirli con degli alberelli che prima di poter svolgere la loro funzione ecologica ci vorranno degli anni, e nel mentre noi moriremo di caldo, avremo la CO2 più di prima e ci mancherà l'ossigeno". 

Le ragioni del Comune

Di questo avviso ovviamente non è chi ha realizzato il progetto che per questo ha voluto spiegare le valutazioni che sono state fatte. "Se si guarda l'alberata generale, nel complesso molte piante hanno delle ferite e lesioni quindi non sono piante a rischio schianto immediato, ma con una situazione fitosanitaria e di stabilità precaria", spiega Claudia Bertolotto della divisione Verde del Comune di Torino, "Infatti tutte le volte che abbiamo degli eventi meteo intensi ci sono delle piante che si rompono almeno in parte". Non è dunque una questione di sicurezza, nel senso che non si sono rischi di schianti perché il Comune quando vengono individuati alberi a rischio opera immediatamente. 

Nel complesso però la maggior parte delle piante da qui a dieci anni potrebbero necessitare la sostituzione e in ogni caso non potrebbero essere sostituite con nuovi aceri: "Non possiamo usare l'acero perché è nella black list della Regione Piemonte che lo vieta perché è considerata una pianta infestante che va a inquinare gli ambienti naturali", continua Bertolotto, "Inoltre come specie è la pianta sbagliata nel posto sbagliato. Quando è stata messa non vi era nessuna esperienza di quella pianta e sono stati fatti due corsi, inoltre erano al Valentino sopra l'Armida dove adesso ci sono i gelsi. Lì li abbiamo già sostituiti". 

"Statisticamente hanno una vita che può arrivare fino a cento anni, ma in città in un contesto 75 anni è già tanto", conclude l'assessore Tresso, "Lo stato di salute degli alberi dimostra il fatto che la stabilità è molto precaria, quindi spesso dobbiamo intervenire per renderli più leggeri e se diminuisci la chioma, diminuisci anche la capacità di fissare CO2 per esempio. Da un lato dunque hai la necessità di garantire sicurezza, mentre dall'altro quell'albero lì non ha più le sue funzioni. Abbiamo la possibilità di investire risorse che in altri momenti non abbiamo, forse è il momento che anche sulle alberate facciamo alcuni ragionamenti".

Di tutto questo si parlerà durante un incontro pubblico, che si annuncia molto acceso,  venerdì 9 giugno alle ore 17 n corso Belgio. 
 

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