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Cota difende il suo assessore e accusa: "Fango allo stato puro"

Sulla Lega "si sta gettando fango allo stato puro". Il presidente della Regione Piemonte reagisce così all'inchiesta giudiziaria che vede indagato l'assessore leghista Massimo Giordano

L'inchiesta giudiziaria che ha portato alla perquisizione dell'abitazione e degli uffici dell'assessore regionale Massimo Giordano, a pochi giorni dalle elezioni politiche, "getta fango allo stato puro" sulla Lega Nord. La sentenza la emette il Governatore della Regione Piemonte Roberto Cota, ospite alla trasmissione televisiva 'Unomattina'. L'esponente della sua Giunta è al centro di un'inchiesta in cui si ipotizzano i reati di corruzione, concussione e abuso di ufficio.

L'assessore allo Sviluppo economico, saputa la notizia delle indagini nei suoi confronti, ha rassegnato le proprie dimissioni. Cota le ha però respinte. "Ho parlato a lungo con Giordano - ha detto il Governatore - e mi ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati". Dalle parole di Cota si capisce però che Massimo Giordano non è così sereno come aveva dichiarato ieri mattina e l'ipotesi che vengano accettate le sue dimissioni sono cosa reale. "Gli ho confermato la mia fiducia, ma è molto scosso. Valuteremo cosa fare".

Una cosa così grande, a quattro giorni dal voto nazionale, non è una cosa chiara e corretta per gli esponenti della Lega. Del 'caso Giordano' ha parlato anche il segretario nazionale del Carroccio, Roberto Maroni: "Stimo Giordano - ha detto durante il Forum all'Ansa - i fatti contestati si riferiscono al 2006 e casualmente sette anni dopo, a cinque giorni dalle elezioni, viene fuori questa cosa. Anche oggi si è messa in moto la macchina del fango".

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