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In Consiglio regionale si lavora senza sosta per la legge sui tagli

Il Consiglio regionale del Piemonte sta discutendo da questa mattina la legge sui tagli dei costi della politica, varata a tempo di record nei giorni scorsi

Si lavora senza sosta in Consiglio regionale del Piemonte da questa mattina. Si discute la legge sui tagli dei costi della politica, varata a tempo di record nei giorni scorsi. La proposta è condivisa da tutte le forze politiche tranne il Movimento 5 Stelle, che la vorrebbe rendere più incisiva con tre emendamenti. I Radicali, che non sono rappresentati nell'assemblea legislativa piemontese, sono in sit-in di fronte alla sede del Consiglio regionale, per chiedere all'assemblea di spingersi oltre e arrivare a pubblicare l'anagrafe degli eletti.

La seduta del Consiglio andrà avanti fino all'approvazione della legge, con cui verrà eliminata l'autocertificazione, saranno aboliti i quattro voli esteri annuali di ciascun consigliere e saranno tagliati da 12 a 7 i voli annuali in Italia. Subito dopo il provvedimento, sarà approvato un ordine del giorno messo a punto dai capigruppo prima di andare in aula e che impegna il Consiglio ad approvare domani un'altra legge, che riduce da 60 a 50 il numero dei consiglieri e da 14 a 11 quello degli assessori.

Su questa seconda legge è stata già annunciata l'opposizione del consigliere Maurizio Lupi, esponente del gruppo Verdi Verdi di cui è l'unico componente, nel mirino dei media per essere stato uno dei più rimborsati con le autocertificazioni nel 2011. L'ordine del giorno, firmato da tutti tranne il Movimento 5 Stelle, impegna le forze politiche a definire e tradurre in legge entro 15 giorni gli ulteriori tagli che emergeranno dal decreto sulla spending review del governo, atteso per giovedì. L'intesa su questi ulteriori tagli dovrà essere raggiunta al tavolo di concertazione sui costi della politica entro lunedì prossimo, per essere portata in aula martedì.

Fra le proposte sul tavolo, l'abolizione dei rimborsi forfettari (8 gettoni pari a 973 euro e tremila chilometri pari a 1521 euro), che si aggiungono i normali gettoni di presenza di 122 euro l'uno, fino a un massimo di 22 al mese per consigliere (oltre agli 8). Per i 5 Stelle non basta, e il capogruppo Davide Bono ha srotolato in aula uno striscione di protesta: "591 mila euro per 90 mila km, vi diamo la carta mille miglia per andare a casa". (Ansa)

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