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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Due anni e otto mesi per Giovine: "Ora Cota si deve dimettere"

Lo chiede a gran voce l'opposizione in Consiglio Regionale. Il Governatore del Piemonte ha ottenuto voti fondamentali dalla lista "Pensionati per Cota", nella bufera per lo scandalo firme false

Era già stato condannato in primo grado Michele Giovine, il candidato dei "Pensionati per Cota" alle Regionali del 2010. Accusato di aver falsificato 17 delle 19 firme per la presentazione della propria lista, ha ricevuto ieri, insieme al padre, una nuova condanna dalla Corte d'Appello di Torino. La sentenza del tribunale ha creato immediate reazioni nell'universo politico piemontese, dovute al fatto che la lista di Giovine ottenne nel 2010 27 mila firme, quelle necessarie per permettere a Cota di superare l'altra candidata, Mercedes Bresso del PD, di appena 9 mila preferenze. 

Paolo Davico Bonino, legale di Bresso: "La sentenza di oggi dimostra che si tratta di un falso elettorale. Ora andremo a giocarci tutto il prossimo martedì al Consiglio di Stato a Roma. Ci sono ottimi spiragli per arrivare all'annullamento della consultazione elettorale. E' stato un fatto gravissimo che ha turbato la nostra regione".

Giampaolo Zancan, legale della lista "Insieme per Bresso": "Dopo due sentenze di merito speriamo che Cota capisca che il suo governo si basa su dei falsi. Chiunque ne prenderebbe atto, se é in buona fede ed è stato ingannato da un partner. Altrimenti significherebbe il contrario".

Valentina Stefutti, legale dei Verdi: "Auspico che Cota prenda atto che ha vinto grazie a una lista truccata e, di conseguenza, ridia la parola agli elettori".

La voce del PD: "La Giunta regionale é sempre più debole. Cota ne tragga le logiche conseguenze. Il pronunciamento con cui la Corte d'Appello di Torino ha confermato la condanna di Michele Giovine - commentano Gianfranco Morgando, segretario regionale, Andrea Giorgis, presidente regionale, Federico Fornaro, vice segretario regionale e Alessandro Altamura, vice segretario regionale - é un'ulteriore conferma di quanto il Partito Democratico va sostenendo da due anni, ovvero che la vittoria di Cota fu viziata da gravi irregolarità. Questa decisione rende evidente quanto sarebbe ragionevole annullare le elezioni consentendo ai cittadini di scegliere senza brogli da chi essere governati". Secondo i vertici del Pd, la sentenza di oggi "si aggiunge a un quadro politico che vede Cota del tutto assente dal governo della Regione, il suo partito, la Lega, fresco di disfatta elettorale, e il suo alleato, il PdL, diviso in due gruppi nel Consiglio regionale e pesantemente punito dagli elettori. Una Giunta regionale, dunque, politicamente sempre più debole e priva di legittimità perché vincente grazie a candidature false. Quanto ci metterà il Presidente a trarre le logiche conseguenze di tutti questi fatti?".

Luigi Cursio, segretario regionale dell'Italia dei Valori e consigliere regionale: "La conferma della condanna di Michele Giovine mina ancora di più le ragioni che hanno portato alla vittoria dell'attuale maggioranza. Il presidente Cota non può non tenere conto di questa ulteriore sentenza. Nei paesi democratici, in situazioni simili, un Governatore si dimette senza indugio. Aspettiamo quindi da Cota un gesto analogo, che dimostrerebbe la sua correttezza e restituirebbe, come è doveroso che sia, la parola ai cittadini".

Agostino Ghiglia, vice coordinatore vicario Pdl Piemonte: "Le elezioni che hanno portato alla vittoria di Roberto Cota sono valide e ai giustizialisti dell'ultima ora ricordiamo che in Italia esistono tre gradi di giudizio prima dei quali ogni cittadino è considerato innocente. E poi qualcuno sostiene che in Italia la Giustizia sia lenta.Nei confronti di Michele Giovine e delle sue, presunte, responsabilità penali relative alla presentazione della lista Pensionati per Cota, assistiamo ad una giustizia record. Talmente veloce da rendere inspiegabile la bradipica lentezza con cui procede un'altra inchiesta: quella a carico della lista Pensionati e Invalidi che sostenne Mercedes Bresso". Ghiglia ha concluso che al di là di quello che sarà l'esito finale della vicenda, "la volontà espressa dai cittadini che si sono espressi per una lista contenente il nome 'Cota' nel simbolo, è evidente, pacifica e conclamata anche dal Consiglio di Stato".

(fonte ANSA)

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