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Caso burka: "Basta un motivo religioso e si può fare di tutto"

Dopo la richiesta di archiviazione dell'inchiesta aperta nei confronti di una donna di religione islamica, che era stata denunciata a Chivasso da un privato cittadino, è intervenuto l'onorevole di Futuro e Libertà, Daniele Galli

Dopo la richiesta di archiviazione dell'inchiesta aperta nei confronti di una donna di religione islamica, che era stata denunciata a Chivasso da un privato cittadino, è intervenuto l'onorevole di Futuro e Libertà, Daniele Galli. "Prima di tutto trovo inaccettabile che in nome di un 'precetto religioso' si possa ignorare la legge che vale per tutti, e la legge in questione, sull’ordine pubblico, vieta di girare camuffati o con il volto coperto. Poi bisogna chiarire una volta per tutte se questo portare il burka sia un comandamento religioso o no: nemmeno i vari imam sono concordi".

Secondo l'onorevole di Fli la "costituzione parla chiaro: la religione è libera se gli statuti delle associazioni di culto non contravvengono alle leggi italiane, dove sono gli statuti che univocamente obbligano al burka, un emblema di schiavitù e di inferiorità della donna?"

"Se ci fossero sarebbero contrari alle leggi - argomenta Galli -, prima fra tutte la Costituzione, se non ci sono allora non c’è precetto religioso e quindi non sussiste il giustificato motivo a non mostrare il volto. Se basta dichiarare di essere di una certa religione perché un procuratore permetta di violare la legge non c’è che l’imbarazzo della scelta: Warren Jeffs, un mormone di Hildale, Utah, condannato nel 2007 per bigamia e abusi sessuali, in Italia potrebbe avere 10 mogli senza problemi".

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