L'assessore Giannuzzi, in aula, ha infatti ricordato che l’applicazione delle misure previste dal protocollo regionale - al quale Torino ha aderito per primo fra i comuni -, a distanza di due mesi, si è rilevata insufficiente a contenere i valori delle micropolveri sotto le soglie di legge. "I dati forniti dall’Arpa - ha sottolineato - evidenziano che l’85% dell’inquinamento sul territorio cittadino deriva dalla circolazione dei veicoli a motore termico e che all’interno di questa quota, l’incidenza dell’inquinamento prodotto dai motori diesel è dell’85%".

Le restrizioni annunciate in aula sono state duramente contestate dalle opposizioni. Roberto Rosso (lista civica Rosso), Osvaldo Napoli (Forza Italia) e Alberto Morano (lista civica Morano) si sono trovati d'accordo nel definire l'intervento dell'assessora "imbarazzante" e sul fatto che il problema principale dell'inquinamento a Torino sia il teleriscaldamento, mentre i veicoli lo sono solo in seconda istanza.

"Pensare al blocco dei diesel è risibile e soprattutto inutile - ha commentato poi Fabrizio Ricca della Lega Nord - , ma viene da chiedersi se pensate alla gente che lavora con quelle 80.000 auto che intendete fermare. Anche perché in parallelo non garantite un buon funzionamento del trasporto pubblico. Mi sarebbe piaciuto sentire di studi in corso sui carburanti per limitare l’inquinamento o ipotizzabili interventi sul riscaldamento delle case".  

Per Stefano Lo Russo, capogruppo del Pd: "Serve avere una visione di area metropolitana che coinvolga anche i Comuni intorno Torino. Torino non può ragionare in autonomia.  Questo problema si affronta con misure strutturali e non con annunci spot. E’ centrale il tema delle risorse economiche ed è fondamentale che occorra un lavoro comune. Su questo il PD è disponibile a fare la sua parte e a dare una mano".