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Badanti, in Piemonte ne sono state regolarizzate 2.200 in un anno

"La Regione ha preso in carico, tramite i centri per l'impiego piemontesi 1.285 badanti, di cui 431 a Torino" spiega Claudia Porchietto, assessore della Giunta guidata da Roberto Cota

Nell'ultimo anno l'assessorato al Lavoro della Regione Piemonte ha concentrato le risorse e gli investimenti del Fondo sulle politiche migratorie e del Por - Fondo Sociale Europeo (2 milioni 685 mila euro) per governare l'ingresso degli stranieri nel mercato del lavoro, dare una governance all'area dell'assistenza familiare e far emergere il sommerso, facendo del Piemonte in questo ambito un modello in Italia". Così Claudia Porchietto, assessore regionale al Lavoro, commenta i dati del Dossier Immigrazione 2012 presentato dalla Caritas nei quali si evince che sono state 2.163 le domande di regolarizzazione per lavoro domestico.

"La Regione ha preso in carico, tramite i centri per l'impiego piemontesi 1.285 badanti, di cui 431 a Torino, - spiega l'esponente della Giunta Cota - e a oggi ha contribuito alla formazione, con qualifica riconosciuta dall'Ente dopo un corso di 40 ore in media tramite la certificazione di competenze acquisite in contesti non formali, di circa 700 lavoratori con una spesa di oltre 300 mila euro. Incoraggiante il numero di assunzioni seguite a questo percorso di reinserimento nel mercato del lavoro regolare: oltre 500 le persone ufficialmente assunte".

"Prima di questo intervento l'area dell'assistenza familiare in Piemonte appariva come un insieme di luci ed ombre. Una forte offerta di posti di lavoro, dovuto al progressivo aumento dell'invecchiamento della popolazione e dall'altro una importante presenza di professionalità straniere, anche molto qualificate ma non riconosciute dal nostro Paese, e spesso però operanti in situazioni di illegittimità e quindi con un'altissima percentuale di 'lavoratori in nero'. Il Piemonte ha scelto un'azione strategica e pluriennale e ha cercato di integrare la formazione professionale, la strutturazione di un sistema di servizio misto pubblico-privato, l'integrazione di politiche di welfare e il monitoraggio dei risultati".

In particolare la Regione Piemonte ha lavorato molto sulla fragilità della famiglia nel ruolo di datore di lavoro. Un passaggio fondamentale per l'emersione del sommerso. "Abbiamo offerto servizi di supporto alle famiglie nella gestione del processo di attivazione e conduzione dei rapporti di lavoro; un'informazione mirata alla convenienza della regolarizzazione contrattuale e l'erogazione di incentivi economici alle famiglie che decidevano di regolarizzare i contratti (118 mila euro circa di investimenti raggiungendo circa 250 famiglie con voucher da 240 euro ciascuno) - ha spiegato Porchietto -. Oltre a questo abbiamo lavorato per ottimizzare il raccordo tra i servizi al lavoro pubblici/privati e il terzo settore. L'utilizzo della rete di contatti e competenze è un elemento che considero qualificante del modello piemontese perché offre un servizio completo di accompagnamento lavorativo e formativo". (ANSA)

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