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Torino scopre le baby gang: "Fanno scippi e danneggiamenti, non possiamo essere loro ostaggi"

L'allarme dopo l'accoltellamento del carabiniere a Barriera di Milano

"L'impegno che mi assumo è quello di presentare il prima possibile una valutazione puntuale e precisa su quel che è stato fatto dalla firma del protocollo per la sicurezza in avanti, per poi andare nella direzione della sottoscrizione di un nuovo protocollo", a dirlo è Gianna Pentenero, assessora per la sicurezza del Comune di Torino. Lo fa in seguito all'ennesimo episodio di violenza, quello di lunedì 29 novembre, quando due rapinatori hanno accoltellato Maurizio Sabbatino, brigadiere dei carabinieri, che è intervenuto per sventare un furto in una farmia comunale di corso Vercelli. 

È una Torino poco sicura e in mano alle baby gang quella che viene descritta in Sala Rossa nei venti minuti di discussione che fanno seguito alle comunicazioni dell'assessora Pentenero. "Siamo orgogliosi dell'intervento del carabiniere che pur non essendo in servizio non ha esitato a intervenire", dice Paola Ambrogio di Fratelli d'Italia, "Noi oggi però abbiamo bisogno di un cambio di guardia, di qualcuno che intervenga in maniera decisa rispetto alle baby gang. È l'ultimo caso, prima ne sono stati registrati altri dal centro alle periferie. Noi da sempre chiediamo più presidi, l'installazione di telecamere. Qualcosa si deve fare. Non è più solo una questione di percezione del pericolo". 

Poco dopo a farle eco è Giuseppe Catizone della Lega che in Barriera di Milano ci vive e si è formato politicamente: "Da residente di quel territorio dico che noi da sempre chiediamo maggiore sicurezza sul territorio di Torino Nord e di Barriera di Milano. Questo è un episodio che è saltato agli onori della cronaca purtroppo per il ferimento del carabiniere, ma si verificano diversi episodi di questo tipo nel territorio. A nostro modo di vedere per quelle che sono le nostre competenze ci deve essere un duplice intervento: da una parte ci possono essere i tavoli della sicurezza chiedendo la presenza delle forze dell'ordine e le telecamere, ma poi la politica deve fare il proprio e fino a oggi questo non si è verificato".

Per il leghista non bastano dunque i presidi di sicurezza sul territorio perché a questi è necessario accompagnare un lavoro sociale e formativo di quei tanti ragazzi che rischiano di farsi inghiottire dall'illegalità: "Il Comune deve fare dei piani seri di riqualificazione del territorio e dei piani seri di prevenzione al disagio giovanile. È arrivato il momento di trasformare le tante parole in fatti. Non possiamo essere ostaggio di spacciatori e baby gang. Chiedete ai commercianti della zona nord e vi diranno che ultimamente ci sono bande di ragazzini che imperversano con scippi e danneggiamenti all'interno dei negozi. O si fanno tornare queste persone sulla retta via o il passaggio a diventare veri e propri criminali è breve". 

Una situazione che è ben chiara al Comune di Torino ed è da qui che è nato l'impegno dell'assessora alla sicurezza Pentenero: "Credo che quanto è stato sottolineato in aula sia di grande importanza e fa riferimento alla necessità di fare il punto della situazione su quel che è successo dalla data di approvazione del protocollo a oggi. Ci sono questioni che possono essere affrontate con soluzioni a breve e medio termine, e altre che hanno necessità di tempi più lunghi. L'impegno che mi assumo è quello di presentare il prima possibile una valutazione puntuale e precisa su quel che è stato fatto dalla firma del protocollo per la sicurezza in avanti, per poi andare nella direzione della sottoscrizione di un nuovo protocollo". 
 

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