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Salvataggio Gtt, Comune e Regione pronti a collaborare

Ma manca la copertura di 25 milioni di euro

Comune e Regione faranno la loro parte e daranno il loro sostegno a Gtt. Il piano industriale dovrà dimostrare di avere la sostenibilità finanziaria ex essere approvato dal Cda, il prossimo 3 gennaio, dell'azienda di trasporto pubblico torinese. È quanto emerso dall'incontro avvenuto giovedì 28 dicembre a Palazzo Civico fra la sindaca Chiara Appendino e il presidente della Regione Sergio Chiamparino: un colloquio di circa mezz'ora definito dalle parti, sereno e senza alcuna tensione. Clima che è sembrato essere più teso il giorno precedente, in occasione della riunione per discutere del piano industriale di Gtt, fra azienda, sindacati e Comune. 

"Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità"

Una parte del piano, che registra un fabbisogno di 133 milioni in quattro anni, risulta ancora scoperta per una cifra di circa 25 milioni e non esiste ancora nessun accordo su chi, tra Regione e Comune, debba coprire "il buco". E dopo la "frecciata" dell'assessora ai Trasporti del Comune Maria Lapietra - "Gtt ha un creditore solo e non è il Comune" - Chiamparino ha sottolineato la disponibilità della Regione a fare la propria parte, a patto che tutti i soggetti coinvolti si assumano le proprie responsabilità:

"Abbiamo ottenuto dal Governo e dal Parlamento – ha spiegato – la messa a disposizione di 40 milioni di euro per contribuire alla messa in sicurezza di Gtt. ci siamo anche detti disponibili a fare una transazione sul rapporto debito-crediti aperta da anni con la Città di Torino, che come tutte le transazioni è frutto di un’operazione tecnica e non politica che dovrà trovare un punto di equilibrio”.

Una condizione indispensabile 

E su un punto la Regione è stata chiara: il piano industriale deve avere la totale copertura finanziaria. "È una condicio sine qua non - ha precisato il vicepresidente Aldo Reschigna - per mettere i 40 milioni di euro del decreto finanziario. Tanto più che, se già mancano risorse in partenza, è un reato mettere soldi in una società. Ci sono tutti gli elementi per un confronto Regione-Città e per capire se c’è qualcuno disposto a coprire il fabbisogno. Altrimenti ci sono altri strumenti in grado di garantire la continuità aziendale”.

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