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Mercatone Uno, la Regione vuole la cassa anticipata per i lavoratori piemontesi

Il governatore Cirio a Roma per il tavolo di crisi

"In attesa che la cassa integrazione venga erogata, la Regione  Piemonte siglerà convenzioni con le banche disponibili ad anticiparla ai lavoratori piemontesi". Lo ha sottolineato il governatore del Piemonte dopo la partecipazione al tavolo di crisi nazionale di ieri, mercoledì 19 giugno, al Mise a Roma per il caso del Mercatone Uno. Un passo concreto per i 250 lavoratori piemontesi che la Regione sta cercando di compiere, previo un accordo con le banche che anticiperebbero l'assegno della cassa integrazione. 

"È necessaria una soluzione ponte e la metteremo in atto, già nei prossimi giorni, con gli istituti di credito di cui gli uffici regionali hanno raccolto la disponibilità. I lavoratori  - ha confidato Cirio - potranno aprire un conto sul quale verrà loro anticipato il valore degli ammortizzatori, in attesa che vengano resi disponibili dallo Stato".

L'incontro a Roma, in cui è stata affrontata la situazione in generale a livello italiano, è stato preceduto da un incontro riservato con il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo economico, Davide Crippa, e il presidente del tavolo di crisi, Giorgio Girgis Sorial, chiesto dal presidente Cirio per affrontare in particolare alcuni aspetti che riguardano la situazione dei lavoratori piemontesi.

Un passo concreto 

“ Abbiamo parlato di cosa è possibile fare in concreto per i 250 lavoratori piemontesi - ha spiegato Cirio - . Così come richiesto anche da noi dopo l’incontro con sindacati e dipendenti, ci è stata comunicata la decisione del Tribunale di Bologna di annullare il contratto di vendita alla Shernon, in modo da retrocedere alla situazione precedente di amministrazione straordinaria e consentire l’attivazione della cassa integrazione, impossibile da avviare con un’azienda fallita.
La cosa importante - ha continuato - è anche che la richiesta di attivazione della cassa verrà retrodatata a maggio, in modo da non produrre ulteriore danno ai lavoratori. Da risolvere c’è ancora la criticità del valore da attribuire a questi ammortizzatori".

I lavoratori infatti, per venire incontro alle richieste di Shernon, hanno accettato una riduzione di stipendio e orario di lavoro e se la cassa dovesse tener conto di questa nuova configurazione contrattuale avrebbe un importo molto esiguo.

"Abbiamo quindi chiesto al Ministero - ha proseguito il neo governatore - di poterla calcolare sulla base dei contratti precedenti alla vendita alla holding. Inoltre, ho dato mandato all’assessore Chiorino di predisporre in pochi giorni, con la struttura regionale delle convenzioni con le banche disponibili ad anticipare ai lavoratori il valore dell’assegno. Da quando la cassa viene autorizzata a quando viene effettivamente erogata, passano infatti mediamente tre mesi e noi non possiamo lasciare i lavoratori in sospeso per altre settimane".

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