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Aborto, anche il Comune di Torino partecipa al bando di Marrone: "Nonostante le polemiche"

Stanziati i 400.000 euro che la Regione ha previsto per 19 progetti in tutto il Piemonte

Assegnati dalla Regione Piemonte i 460mila euro destinati al fondo 'Vita Nascente'. Le risorse verranno suddivise in 19 progetti sul territorio regionale che mirano a sostenere le donne in difficoltà in gravidanza. La misura in passato è stata duramente contestata dalle associazioni femministe e dal centrosinistra perché valutata come antiabortista. Anche il Comune di Torino ha partecipato al bando della Regione incassando un sostegno di 15mila euro per il progetto 'Parto in anonimato, un diritto delle donne'. 

Le risorse sono state assegnate a progetti presentati dalle realtà e associazioni di tutela materno infantile accreditate presso le ASL, finalizzati al superamento delle cause socio-economiche che potrebbero indurre all'interruzione della gravidanza, ai sensi della legge 194. Le linee di finanziamento erano due, di cui una che stanziava 60.000 euro per finanziare interventi di tutela della donne che vogliono partorire in segreto.

"Siamo particolarmente felici di constatare che anche i servizi sociali del comune di Torino abbiano aderito a Vita Nascente, attingendo a 15mila euro del fondo per finanziare le azioni di supporto alla riservatezza della gravidanza e al parto in anonimato per le gestanti in condizioni di forte fragilità", spiega l'assessore alle Politiche sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, "Segno che anche a Palazzo Civico è prevalso il buonsenso per garantire il diritto alla vita, superando le polemiche sguaiate sentite in Sala Rossa. Un ottimo passo in avanti rispetto all'ordine del giorno che chiedeva addirittura l'abrogazione del fondo Vita Nascente".

Il Comune di Torino riceverà 15mila euro per sostenere quattro donne per una durata di sei mesi (4 mesi preparto, 2 mesi post). In caso di non riconoscimento del nascituro da parte della donna, la Città di Torino si curerà del neonato fino ad adozione definitiva. Il progetto comunale prevede una campagna di "sensibilizzazione e informazione sul diritto di ogni donna ad essere inserita nei percorsi di tutela durante la gravidanza fino al parto", evidenziano dalla Regione. 

"Spiace constatare che l'assessore regionale Maurizio Marrone non perde occasione per mistificare la realtà", è il commento dell'assessore comunale Jacopo Rosatelli, "La Città di Torino, attraverso i suoi servizi sociali, non ha affatto aderito alla sua campagna anti-abortista, il cui carattere oscurantista e nemico della libertà delle donne è sotto gli occhi di tutti. La Città, anche dopo un confronto con le organizzazioni delle donne, si è doverosamente candidata alla gestione dei fondi regionali con i quali è stata finalmente rifinanziata la Legge regionale n.16 del 2 maggio 2006 sul parto in anonimato, risalente all'amministrazione regionale di Mercedes Bresso, per una somma totale di 15mila euro".

Rosatelli poi aggiunge: "Tale legge assegna ai servizi sociali il compito di garantire alle donne un loro diritto: partorire in una struttura pubblica, in totale sicurezza, senza subire alcuna conseguenza per l'eventuale scelta di non riconoscere il figlio o la figlia. Alcune donne, in particolare migranti, hanno bisogno di essere accompagnate in questo percorso, informandole di questa possibilità, proteggendole da un ambiente sociale di riferimento che può essere ostile e garantendo loro il tempo di maturare la scelta definitiva sul riconoscimento dopo il parto. Marrone se ne faccia una ragione: a differenza sua, l'amministrazione comunale torinese è dalla parte dell'autodeterminazione delle donne".

I progetti di tutela materno-infantile risultati ammissibili sono stati 15 e a ognuno di loro è stato assegnato un contributo di 26mila euro circa. I progetti presentati dagli enti gestori sono stati invece 4, con l'assegnazione a ciascun progetto di 15mila euro. 

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