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Terremoto politico a Piossasco: si è dimesso il sindaco. In arrivo il commissario prefettizio

Incerta la data del ritorno alle urne

Terremoto politico a Piossasco, dove questa mattina, venerdì 18 marzo 2022, sono arrivate le dimissioni del sindaco, Pasquale Giuliano.

Il primo cittadino, di area centrosinistra (era a capo della coalizione composta da Pd; Insieme è possibile, Sinistra Indipendente; Piossasco in comune; Con Pasquale, contaminazione civica), era stato eletto dopo il ballottaggio nel giugno del 2019, quando sconfisse il candidato del centrodestra, Claudio Gamba. 

Giuliano, 60 anni, infermiere in pensione, ha rassegnato le dimissioni protocollando, in mattinata, una lunga lettera in cui ha motivato la decisione. 

Una decisione che porterà al commissariamento dell'Ente e a nuove elezioni: non essendo ancora stato indetto l'election-day, Piossasco potrebbe anche andare a votare in primavera o in autunno, a seconda di quanto stabilito da Roma. Altrimenti potrebbe anche prospettarsi un anno di commissariamento prefettizio. 

Commissario che non arriverà prima del 7 aprile 2022, visto che fino a quel giorno Giuliano potrebbe anche ripensarci. 

"Una scelta tanto meditata e sofferta. Lo faccio con l'imbarazzo di parlare di me e di questa esperienza amministrativa durante una guerra così devastante, così vicina a noi. Lo faccio segnalando la grande mole di lavoro fatto in questi 33 mesi di amministrazione. L'impegno a sostenere le tante famiglie che in questi due anni si sono ulteriormente impoverite a causa della crisi pandemica. Lo sforzo congiunto con le direzioni didattiche per permettere la fruizione scolastica in tutte le nostre scuole. L'ammodernamento della materna Rodari, del nido Collodi, delle scuole Morandi e Cruto. La partecipazione ai bandi che hanno prodotto e produrranno importanti investimenti nel futuro della nostra città. Questo e tanto altro non è stato ritenuto sufficiente ad avere il credito necessario per continuare l'impegno amministrativo. Sono venute meno le condizioni propriamente politiche per continuare un progetto sottoscritto e portato al voto dagli elettori. Troppe le forti spinte identitarie dei rispettivi gruppi della coalizione e il livello di conflittualità che ne è derivato. Troppe le divisioni non ricomposte. Troppe le aspettative personale, specie dei consiglieri comunali, che sono state disattese. Ho sopravvalutato le mie capacità di mediazione e sintesi delle diverse proposte che venivano elaborate. Insufficienti sono stati considerati i molteplici percorsi di integrazione tra Giunta-consiglieri-gruppi di maggioranza nonostante le riunioni. È mia la responsabilità per non aver scelto il modello dell’uomo “solo al comando”. Ho davvero messo tutto me stesso per onorare la loro fiducia: testa, cuore, pancia, tanta passione. Non è bastato. È stata una sconfitta politica". 

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