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Nasce la carta di identità per le biciclette

Per ritrovare i mezzi rubati e magari individuare i ciclisti indisciplinati

Biciclette catalogate e identificabili esattamente come le auto e le moto. Potrebbe essere un’idea - nata dall’incontro tra il comandante dei vigili Emiliano Bezzon e l’assessora ai Trasporti Maria Lapietra - presto realizzabile nel Comune di Torino. Una sorta di carta di identità delle bici che verrebbero iscritte in un apposito registro, con su indicata la marca, le caratteristiche del mezzo, il numero del telaio e soprattutto nome, cognome e codice fiscale del proprietario. Un vero e proprio database dove vengano registrate le bici acquistare e rubate, consultabile on line e a disposizione in particolare della polizia municipale che, con più facilità,  potrebbe individuare le biciclette sottratte e riconsegnarle al legittimo proprietario. 

Un’arma a doppio taglio?

Un’arma che però potrebbe rivelarsi a doppio taglio. Già perché la “carta di identità” della bici volendo, potrebbe permettere anche di sorprendere e “punire” chi sul mezzo non ha proprio un comportamento esemplare, nello spostarsi in città. L’amministrazione Cinque Stelle si sta prodigando per la diffusione e la realizzazione delle piste ciclabili sul territorio urbano ma in realtà, succede regolarmente a ognuno di noi, in quanti ci accorgiamo che i ciclisti, proprio con la pista a fianco, preferiscono pedalare in mezzo alla carreggiata, facendo lo slalom fra le auto e magari intralciando il traffico? 

Infrazioni su due ruote

Nel centro di Torino non è nemmeno raro vedere biciclette sfrecciare sotto i portici dove dovrebbero circolare solo i pedoni e poi, ancora, in quanti “parcheggiano” la loro bici in mezzo al marciapiede, ignorando completamente gli stalli appositi? O attraversano la strada col semaforo rosso o ignorano i sensi vietati? A Torino, su Facebook, è nata anche, su iniziativa di alcuni cittadini, la pagina  "No all'anarchia delle biciclette a Torino" che vorrebbe sensibilizzare su una maggiore responsabilizzazione e disciplina, chi utilizza le bici per muoversi in città. 

Gli amministratori del gruppo invocano inoltre più attenzione da parte dei vigili che solitamente chiudono un occhio, talvolta anche davanti alle infrazioni più evidenti da parte dei ciclisti, del codice della strada. Insomma, multe, richiami e magari la rimozione sui punti della patente per chi, patentato, usa la bicicletta, potrebbero costringere gli appassionati delle due ruote a una maggior disciplina. 

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