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Alghe sul Po, Lapietra: "Il fiume sta diventando uno stagno: questo è il vero problema"

Domani tra amministratori, Ipla ed enti competenti, è in programma un tavolo tecnico a proposito di un eventuale dragaggio del fiume

"Il problema di fondo non sono le alghe, il problema è il fiume che ormai sta diventando uno stagno". Ecco come ribatte l'assessora ai Trasporti, che si occupa anche delle vie d'acqua, Maria Lapietra durante la discussione in Sala Rossa, relativa all'immensa macchia verde che da luglio galleggia sul Po. Domani 6 settembre infatti avrà luogo un tavolo tecnico tra amministratori, Ipla ed enti competenti per stabilire se sarà il caso o no di effettuare un dragaggio del fiume.

Operazione che è stata fatta per l'ultima volta nel 2004 e di cui oggi il Po necessita nuovamente: una pulitura dei fondali dai depositi trasportati dalla corrente, migliorerà il defluire dell'acqua e impedirà il formarsi di alghe e muschi, così come l'espandersi del Myriophillum Acquaticum, la specie del sud America infestante che più preoccupa gli ambientalisti.

Ma se nel 2004 la città aveva a disposizione un milione di euro per effettuare questo tipo di intervento, oggi i soldi stanziati sono molti di meno: "Abbiamo 100mila euro per il dragaggio - ha precisato l'assessora - ed è proprio per questo che si è ritenuto necessario convocare un tavolo tecnico".

Intanto, in attesa di capire cosa verrà deciso nella riunione di domani, ci si interroga se l'operazione di eradicatura a mano dell'alga infestante, tanto chiacchierata dall'opposizione, sia servita oppure no a migliorare la situazione. In Sala Rossa non sono mancati infatti gli attacchi da parte di Fabrizio Ricca, della Lega Nord - "Pensavamo che il peggio fosse la spiaggia sul Po di Ilda Curti ma oggi sul fiume abbiamo il prato di Appendino!" -, di Osvaldo Napoli di Forza Italia, che ha manifestato la sua perplessità nella leggerezza con cui si è messo in campo l'intervento, e di Claudio Lubatti del Pd che ha sottolineato come l'operazione sia stata, a parer suo, improvvisata. 

"Si è scelto, data l'urgenza della situazione, d'accordo con Ipla e le varie associazioni - si è difesa l'assessora - di intervenire a mano per non recare danno all'ecosistema. Si è deciso di non affidare l'incarico alla ditta che con 40mila euro avrebbe effettuato la pulitura, semplicememente perchè il metodo utilizzato dalla stessa - la falciatura - avrebbe solamente peggiorato la situazione in futuro".    

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