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Chiomonte, intercettata acqua calda negli scavi per il Tav: sarà energia sostenibile per tutta la valle

Politecnico e TELT studiano le opzioni per valorizzare la risorsa sul territorio

L’acqua calda intercettata durante lo scavo del tunnel di base a Chiomonte, per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione, diventerà energia pulita e sostenibile per il cantiere. Ma non solo. Si tratta di una risorsa geotermica che potrà anche essere messa a disposizione della collettività, sull'intero territorio della Val di Susa.

Taglio nell'emissione di anidride carbonica

E' di fatto una forma di energia alternativa generata dal calore naturale della Terra, una fonte rinnovabile ed economicamente conveniente, oltre a rappresentare un’opportunità per sperimentare soluzioni innovative e attrarre investimenti per l’economia sostenibile. L'energia geotermica può consentire un taglio di 57 tonnellate all'anno nell'emissione in atmosfera di anidride carbonica e di 264 MWh all'anno.

Le opportunità derivanti da questa energia geotermica sono state approfondite in uno studio condotto da TELT con il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI) e il dipartimento Energia (DENERG) del Politecnico di Torino. Questa azione si inserisce nel quadro dei principi e degli obiettivi di sviluppo sostenibile sui Sustainable Development Goals (SDG) che il promotore pubblico si è impegnato a perseguire dalla sua adesione al Global Compact delle Nazioni Unite avvenuta nel 2015.

La ricerca è durata due anni e mezzo e ha portato a definire diversi elementi: in base all’esperienza fatta durante la realizzazione del cunicolo della Maddalena, dove non si è registrato alcun impatto sulla risorsa idrica superficiale, sono state confermate le ipotesi progettuali rispetto alla portata delle acque intercettate. Inoltre sono state valutate diverse ipotesi di impiego della risorsa geotermica sia nella fase di lavori sia in quella di esercizio. Secondo quanto emerso la portata può essere valorizzata grazie a un rivestimento impermealizzato della galleria per convogliare le acque in una canalina di raccolta, generando una potenza termica stimata tra i 9,3 e i 14,4 megawatt.

Ipotesi di impiego

A fronte di questi dati il Politecnico ha selezionato gli scenari di utilizzo che creano il maggiore valore aggiunto. In particolare sono state approfondite quattro ipotesi di utilizzo a Chiomonte, durante gli anni di lavori: alimentazione di uno spazio visitatori e degli uffici di cantiere, teleriscaldamento di 80 edifici, alimentazione di serre per la orto-floricoltura o di serre idroponiche. Altre tre ipotesi sono state analizzate per l’uso dopo il 2030 a Susa, dove le acque calde confluiranno al termine dei lavori: alimentazione di una piscina comunale, del teleriscaldamento di 2.000 abitazioni o della stazione ferroviaria internazionale con i rispettivi uffici.

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