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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Alle porte di Torino il primo impianto fotovoltaico galleggiante in Piemonte

L’impianto sorgerà nel bacino della cava dismessa ubicata a cavallo dei confini comunali di Carignano e Carmagnola

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

Mai come in questi giorni il dibattito sui temi energetici è così vivo. La limitazione delle forniture di gas dai Paesi dell'Est dovuta al conflitto in Ucraina sta provocando un impatto negativo non solo sulla lotta al cambiamento climatico, ma anche sul costo dell’energia per le imprese e per le famiglie data la dipendenza del nostro Paese dalle importazioni estere di gas e petrolio. Come prima risposta a questa situazione l’Italia a dicembre 2021 ha deciso di riattivare le centrali a carbone di La Spezia e Monfalcone. Ma a detta degli esperti la soluzione non è il ritorno al carbone o al nucleare o all’estrazione intensiva di gas naturale dal sottosuolo, quanto piuttosto una transizione energetica verso la decarbonizzazione con un’accelerazione sull’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili, pulite e illimitate, come il vento, il sole o le maree. A dire il vero anche il solare non è totalmente a impatto zero: i pannelli fotovoltaici consumano suolo, sono complessi da smaltire e la loro installazione rischia di andare a discapito di altri utilizzi, per esempio quello agricolo. Per questo motivo una delle soluzioni che pare destinata a crescere in tutto il mondo e che si sta soppesando anche in Italia è il cosiddetto floating photovoltaics o fotovoltaico galleggiante, che prevede la realizzazione di impianti a energia solare da collocare come copertura di canali e bacini artificiali. All'interno di un progetto di riqualificazione ambientale l'azienda torinese COESA è coinvolta nello studio preliminare, progettazione e messa in opera di un impianto fotovoltaico galleggiante nel bacino della Cava Germaire, ubicato a cavallo dei confini comunali di Carignano e Carmagnola, fuori dal centro abitato, sulla sponda destra del fiume Po, in Regione Germaire. L’impianto, primo modello in Piemonte, sarà costituito da un generatore fotovoltaico composto da 9.720 moduli fotovoltaici e da 45 inverter multi-inseguitori - ciascuno con inclinazione di 30° per ottimizzare la produzione - distribuiti su una superficie lorda di circa 5,6 ettari a fronte di un’area di bacino di circa 15 ettari, e a una distanza di almeno 50 metri dalla sponda. La potenza nominale complessiva è di 4.374,00 kWp e garantirà una produzione di circa 6 MW annui, in grado di provvedere all’autoconsumo dell’azienda estrattiva e immettere l’eccedenza in rete. L’impianto dovrà essere autorizzato da Regione, Arpa ed Ente Parco e potrà essere ultimato entro la fine del 2023. Consentirà così una significativa riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera, nell’ordine di 3.500 tonnellate di anidride carbonica in meno ogni anno. Il progetto vedrà anche il coinvolgimento di istituzioni universitarie e di centri di ricerca scientifica con lo scopo di mettere sul campo sistemi avanzati che possano migliorare ulteriormente le performance dell’impianto e creare qualcosa di unico sul territorio piemontese. “"Questo intervento permette di evitare consumo di suolo e strutture fisse e di avere un aumento della produttività. Il panello fotovoltaico infatti, a differenza di quanto molti pensano, in agosto produce meno che in giugno perché si surriscalda. Sull'acqua però questo problema non c'è perché viene rinfrescato. Inoltre il pannello galleggiante usa tutta la rifrazione della luce che rimbalza sulla superficie del bacino idrico. Stiamo studiando anche la fauna per fare in modo che l'impianto non interferisca con l'ambiente: i pannelli saranno tenuti a oltre 50 metri dalle rive, dove nidificano gli uccelli, e le loro file saranno distanziate di cinque metri, in modo da non creare ombre dannose per l'ecosistema del lago. Il bacino è di 25 ettari e noi ne copriremo 10, quindi avremo 100 mila metri quadrati di pannelli solari con una copertura discontinua. Li posizioneremo al centro dello specchio d'acqua, dove la profondità è maggiore: 50 metri. Ed è dimostrato che nei bacini chiusi la luce non arriva sotto i dieci metri”. Federico Sandrone, Presidente Consiglio di Amministrazione di Coesa Srl

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