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Giovedì, 25 Aprile 2024
UNIVERSITA'

Unito in Dad, ma gli studenti vogliono tornare in aula e chiedono tutele sul lungo periodo

Tutte le richieste per la didattica

Martedì 4 gennaio Unito ha comunicato a tutta la comunità universitaria la scelta di tornare alla didattica a distanza. Una decisione, motivata con l’impennata dei contagi per il Covid-19 che è stata predisposta fino al 15 gennaio.

Studenti Indipendenti, un'organizzazione studentesca politicamente libera, indipendente ed economicamente autonoma da qualsiasi soggetto esterno,  nata dal movimento dell’Onda del 2008 contro i tagli all’istruzione e dall’esigenza di coordinare l’azione delle diverse facoltà, nella giornata di ieri, martedì 11 gennaio, ha tenuto un' assemblea con studenti universitari e lavoratori e lavoratrici dell'università durante un incontro tra rettore e rappresentanti degli studenti in rettorato.

assemblea studenti indipendenti unito

Sono molteplici, infatti, i problemi che gli studenti universitari devono affrontare in questo periodo dell’anno, nel pieno dello svolgimento della sessione esami invernale e quelli con cui ormai fanno i conti dall’inizio dell’emergenza Covid-19 tra cui “gli affitti e i servizi che continuiamo a pagare”.

Vogliono delle risposte dalla governance dell'ateneo sulla chiusura che comprende anche le aule studio e sul conseguente ritorno in dad.

“Siamo consci - scrivono in un comunicato - che la pandemia non è finita, che sono ancora molte le persone che muoiono quotidianamente a causa del virus e che il sistema sanitario è oberato e sotto pressione. Malgrado ciò non possiamo più accettare di trovarci a vivere le stesse condizioni di studio e incertezza che abbiamo vissuto due anni fa.

Il Rettore Geuna ha preso la decisione di tornare alla dad senza minimamente consultare la rappresentanza studentesca e gli organi decisionali centrali, giustificando la proprio decisione in chiave emergenziale, smentendo la linea della ministra dell’università Messa che aveva dichiarato di voler proseguire la didattica in presenza. Dopo due anni nulla è cambiato. Il Rettore continua a prendere decisioni che impattano sulla vita di decine di migliaia di studenti e lavoratori senza confrontarsi o ascoltare la propria comunità.”

Gli studenti puntano il dito contro “l’incertezza organizzativa e temporale, l’insufficiente (o addirittura assente) strategia di gestione interna, la non volontà di investire in piani strutturali legati al personale e all’edilizia sono solo alcuni degli aspetti che dimostrano la responsabilità diretta dell’Ateneo di fronte a questa nuova chiusura. Non accettiamo che si giochi con le nostre vite senza tempistiche, modalità e progettualità definite e condivise da parte di Unito.”

“Abbiamo aspettato il rettore e ci ha comunicato che dal prossimo lunedì l'università riaprirà e verrà garantita la modalità mista per gli esami, però noi vogliamo maggiori tutele sul lungo periodo e non confusione ed incertezza su eventuali nuove chiusure”, scrivono.

Nel dettaglio viene, inoltre, chiesto:

  • il ritorno ad una modalità mista di didattica che comprenda la possibilità di dare esami e fare lezioni sia online che in presenza;
  • la riapertura immediata di lunchroom e aule studio;
  • la garanzia di modalità di svolgimento degli esami certa e che vieti l’uso di proctoring o doppi dispositivi;
  • protocolli di gestione chiari a seconda degli scenari epidemiologici;
  • trasparenza, tempestività e democraticità delle decisioni rettorali;
  • tamponi e mascherine ffp2 fornite gratuitamente dall’Ateneo;
  • potenziamento del servizio di sostegno psicologico di Ateneo;
  • investimenti strutturali sugli spazi;
  • abbattimento sostanziale dei costi privati del diritto allo studio come le tasse.

“Unito non può nascondersi dietro le proprie colpe e non accetteremo che vengano scaricati su di noi gli effetti delle insufficienti e inefficaci scelte dell’università e del governo di questi ultimi due anni. Se il rettore Geuna non tornerà sui propri passi e non prenderà urgentemente decisioni che permettano un rientro in università in sicurezza e in presenza siamo pronti  a contestare questa gigantesca presa in giro. Le nostre vite non sono un gioco!”, concludono.

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