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Il 24 dicembre al Sermig il Natale dell’interiorità e dell’altruismo

"A Natale - siamo soliti dire - sono tutti più buoni". Ma chi "più buono" lo è tutto l'anno, senza bisogno di aspettare le feste, cos'ha in programma per questo 25 dicembre?

“Non temere, è possibile”. È il titolo della veglia che il Sermig di Torino, che da sempre si occupa dei problemi di povertà nel territorio della città, ha organizzato per la sera del 24 dicembre. “Non temere – spiega una dei responsabili, Rosanna Tabasso – è un appello a chi sta subendo l’epocale crisi economica e morale, e non vuole accettare il cambiamento. Noi invece vogliamo stimolare il cambiamento, perchè porti a una condizione migliore di quella attuale. E il modo di ottenerlo è convincerci dell’importanza del vivere comunitario, della condivisione e della sconfitta dell’isolamento”.

Questo spiega il lavoro che da anni il Sermig compie su Torino, nella sede dell’Arsenale della Pace: “In un’ottica di condivisione comunitaria, la carità, che è da sempre uno dei campi che più ci coinvolgono, non può che essere di vitale importanza. Altrettanto importante è l’educazione alla carità, e a questo stile di vita, perchè è dall’educazione che parte la coscienza di un futuro migliore. Con questo in mente facciamo di tutto per aumentare la collaborazione e l’interessamento dei più giovani, dando per primi l’esempio e mostrando loro esperienze di vita e non solo teorie. Da questo loro potranno trarre insegnamenti per il futuro e fare progetti a lungo termine”.
 

Il Natale al Sermig tra l'interiorità e l'altruismo

 
Per capire se questa direzione è quella giusta, basta camminare nei dintorni dell’Arsenale della Pace, e osservare i mercati – una delle più semplici espressioni della vita comunitaria – del quartiere. A pochi metri è allestito il grosso mercatino natalizio di via Borgo Dora, con espositori di diverse nazionalità; più in là il Balon porta ogni weekend tra i banchi espositori e curiosi di ogni astrazione sociale e nazionalità; il vicino mercato di Porta Palazzo, poi, è di certo uno dei più noti ed evidenti successi per quanto riguarda l’integrazione culturale e sociale, con sorprendenti effetti a livello economico.
 
“In questo quartiere – prosegue Tabasso – coesistono più di trenta nazionalità. Con il nostro aiuto tutti quanti, italiani e non, possono trovare un’etica comune, che trascenda le differenze culturali, ed abbandonare per prima cosa l’individualismo dilagante, così come la concezione del mondo basata sull’esteriorità. Se riusciremo a fare ciò, partendo dal basso, forse potremo risolvere, nella realtà del nostro quartiere, la crisi di valori e con questa i problemi economici su cui da tempo sono puntati i riflettori”.

 

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