"Umanità aumentata" la mostra al Circolo del Design
Droni e smart glass, il sistema di credito sociale da poco proposto dal governo cinese, le tecnologie di self-tracking come Fitbit, WikiLeaks e le conseguenze globali che ha causato: la grande quantità di informazioni sull’uomo di cui disponiamo oggi, tra big e small data, ci permette di tracciare come mai prima d’ora i contorni della nostra umanità, sia individuale che comunitaria, rendendola di fatto un’umanità potenziata, aumentata. Da questa premessa nasce Umanità Aumentata, la mostra collettiva prodotta dal Circolo del Design, a cura di Marco Ruffino e Wild Mazzini. data art gallery, in esposizione presso i locali del Circolo a Torino, in via San Francesco da Paola 17, dal 7 giugno al 20 settembre 2019.
Un percorso espositivo che raccoglie opere realizzate da designer e artisti attivi a livello internazionale e dedicate a temi che, a partire da dati e informazioni complesse, restituiscono uno spaccato dell’essere umano contemporaneo. Tra gli artisti presenti: Giorgia Lupi, progettista dell'informazione il cui lavoro adotta un approccio umanistico ai dati e recentemente entrata a far parte del team di Pentagram, Valentina D’Efilippo, designer a capo del team creativo di Signal Noise dell’Economist, Mario Klingemann, artista tedesco e residente a Google
Arts and Culture, noto per il suo lavoro che coinvolge reti neurali, codice e algoritmi, Adolfo Arranz, uno dei designer di infografica più rispettati al mondo che aiuta a gestire il dipartimento di infografica del South China Morning Post.
Attraverso lavori dell'information design - infografiche, visualization, ma anche rielaborazioni fotografiche e sonore - e opere d’arte che attraversano tempo e desideri, relazioni con l’altro, complotti tecno-economici e ancora violenza e sessualità, convivenza e corporeità, la mostra propone un’indagine sull’uomo, la sua condizione e le sue azioni, costantemente messi in discussione dalle stesse informazioni con cui ogni giorno entra in contatto. Il percorso è arricchito dall’installazione Oracolo infografico che invita il pubblico a rispondere alle sue domande. Le risposte non solo ne modificano l’aspetto, ma diventano trasposizione visiva dei comportamenti dell’uomo contemporaneo.
Attraverso l’atto partecipativo, l’installazione esplicita la riflessione alla base dell'esposizione, l'umanità aumentata dal dato, diventando essa stessa una grande infografica collettiva, capace di raccontarci qualcosa sulle relazioni umane.In questo quadro, la progettazione dell'informazione mette in luce lo spostamento dei confini della nostra umanità, intesa sia come genere umano sia come caratteristica essenziale degli individui. Così, mentre le tecnologie che abbiamo sviluppato tengono il conto di ogni nostro atto, ci sforziamo di ridisegnare il futuro, in costante mutamento all’aumentare delle prospettive di ciascun individuo.