"Roberto Zucco" al Teatro Gobetti
Dal 12 al 17 giugno al Teatro Gobetti, in prima nazionale, arriva "Roberto Zucco" di Bernard-Marie Koltès con la regia di Licia Lanera. Con gli attori diplomati della Scuola del Teatro Stabile di Torino: Nicholas Andreoli, Noemi Apuzzo, Federica Dordei, Anna Gamba, Alfonso Genova, Jozef Gjura, Noemi Grasso, Riccardo Livermore, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Riccardo Micheletti, Riccardo Niceforo, Giulia Odetto, Benedetta Parisi, Pierpaolo Preziuso, Federica Quartana, Elvira Scorza, Valentina Spaletta Tavella, Andrea Triaca
"Quando ho saputo che avrei di nuovo lavorato con i ragazzi quest'anno - scrive la regista Licia Lanera -, ho cercato un testo i cui protagonisti fossero giovani, ma che non fosse però una celebrazione della giovinezza, piuttosto il contrario. Qualcosa che parlasse delle inquietudini della giovinezza, degli errori, delle cadute e che si mettesse in connessione con quelle inquietudini, quella potenza e quell'energia incredibile che ho visto nei ragazzi l'anno scorso nel mio periodo di permanenza a scuola. Il mio approccio diretto, la mia età non troppo lontana dalla loro, la musica indi, sono un detonatore che ogni giorno fa esplodere la sala piccola delle Fonderie Limone, e mentre il loro cervello e la loro lingua si contorce, nei corpi è tutto un correre e sudare.
I ventenni di oggi sono cresciuti nell'era in cui gli assassini sono celebrità. Agli inizi degli anni duemila, quando Vespa metteva le dita nel plastico della casa del delitto di Cogne, segnando l'inizio di quello che sarebbe stato il genere più seguito della tv degli anni a venire, loro avevano all'incirca sei anni. Il voyeurismo dell'orrore, questa pornografia in diretta Rai se la sono sorbita tutta. E con essa si sono presi tutto il perbenismo, l'ignoranza, il senso del giudizio, la spazzatura, quintali di spazzatura, la superficialità e l'inganno della favola che dice che il mondo si divide in buoni e cattivi.
In Roberto Zucco i cattivi e i buoni non esistono, esistono solo i disperati, che falliscono continuamente, per caso, per rabbia, per paura, e sbagliano, sbagliano, sbagliano, e non riescono più a tornare indietro. Un'umanità straziata e straziante. Zucco è diviso tra la sua condizione di liquidità, egli si fa liquido trasparente, perde forma e consistenza, capace di passare attraverso sbarre fitte come un colabrodo e incapace di essere visto, ascoltato, amato; e la sua condizione statuaria e ferma di rinoceronte che non si ferma davanti a nessun ostacolo..."