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Psychiatric Circus, un mix tra teatro e circo: novità azzeccata

I primi spettacoli a Torino hanno confermato il trend positivo già registrato in altre città: il pubblico è presente e lo show piace. Una novità in tanti aspetti, un mix di spettacolo circense e teatrale. Di grande impatto

Dietro coloro che sono giudicati pazzi, spesso si celano le persone più geniali. Così è stato per John Nash, vincitore del premio Nobel più volte ricoverato e internato, o per Van Gogh, l'esempio più famoso di artista affetto da gravi problemi mentali. Tutti noi siamo pazzi. Questo è quello che emerge chiaramente dallo spettacolo Psychiatric Circus che da venerdì 27 marzo ha aperto i battenti a Torino, ma da ben prima capeggia in tutta la città con manifesti che hanno creato non poche polemiche. Il pagliaccio vestito da malato non è una presa in giro per chi ha davvero problemi, e questo lo si comprende benissimo durante le due ore di show. Sottile è il confine tra sani e malati e spesso non è neanche così netto.

Psychiatric Circus è un "qualcosa" di diverso, di geniale, a metà tra uno spettacolo circense e uno teatrale. Dalla mente di Sandy Medini e dalla produzione e regia di Loredana Bellucci e Daniele Volpin è nato un modo diverso di vedere il circo. Il pubblico è coinvolto minuto dopo minuto, il padrone di casa, il dottore e direttore della clinica psichiatrica Padre Josef, gioca con le menti degli spettatori e conduce lo spettacolo con una severità che pare una denuncia per una di quelle situazioni che in passato è stata una realtà per molte persone. Vicino a lui ci sono Maurizio, torinese doc, e il suo amico invisibile Giovanni e tanti altri personaggi, ognuno con una storia diversa.

Il filo conduttore è molto semplice, ma terribilmente d'impatto. Ambientato negli anni Cinquanta, Psychiatric Circus racconta la vita all'interno del manicomio cattolico di Bergen senza troppe censure. L'intento, ben riuscito, è quello di mostrare un luogo in cui il senso delle cose è totalmente capovolto. La pazzia si trasforma in genialità. Ma siamo lontani da chi vuole insegnare qualcosa su una materia così delicata. Il tema è preso e affrontato in maniera rispettosa, sdrammatizzando e senza voler indurre a una riflessione profonda. Non è questo lo scopo.

Il cast di circensi è di primo livello, sono tutti (o quasi) esperti del settore con anni passati nei circhi tradizionali. Per loro si può anche usare la parola "attori" senza abusarne troppo perché, come detto all'inizio, in Psychiatric Circus si mischia il circo con un teatro ben fatto. E se di recita si parla, ecco che le scenografie proiettano lo spettatore all'interno di un vero manicomio e la musica crea suspense per quello che potrebbe accadere da un momento all'altro. Il batticuore è assicurato per gran parte dello spettacolo e spesso si mischia a lacrime che scendono per il troppo ridere.

Psychiatric Circus ha già fatto sold out in diverse città d'Italia e la prima risposta di Torino non è stata da meno. Il sorriso dei primi spettatori è ciò che più ha gratificato l'intero cast ed è sintomo che la novità piace. Lo spettacolo che gioca con le paure e le risate della gente rimarrà a Torino in piazza d'Armi fino al prossimo 19 aprile. Non si stupirà nessuno se qualcuno lo rivedrà più di una volta.

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