Alla Reggia di Venaria, "Il Presepe del Re"nella Cappella di Sant'Uberto
In occasione delle festività natalizie e fino al 27 febbraio 2022, la Reggia di Venaria espone presso la Cappella di Sant’Uberto il Presepe del Re, realizzato da Giovanni Battista Garaventa (Genova 1776 - 1840) nel primo quarto del XIX secolo. Noto anche come “Presepe Reale” o “Presepe Savoia”, per quest’opera è stata ipotizzata dagli studiosi una committenza sabauda avvenuta con ogni probabilità negli anni che seguirono
l’annessione dei territori liguri al Regno di Sardegna nel 1814, e comunque entro il 1820 circa.
Il Presepe era appartenuto alla chiesa torinese di San Filippo Neri, ma non è chiaro se fosse stato concepito appositamente per quella sede o per una dimora reale. Si configura come frutto di una lunga e gloriosa tradizione presepiale genovese -importante quanto la più nota napoletana- di cui Anton Maria Maragliano (1664-1739) è stato il massimo esponente. Venne venduto all’inizio del Novecento e passò di mano in mano fino ad arrivare all’attuale proprietario, un collezionista appartenente ad una antica famiglia genovese. Nel 1993 è stato attribuito al Garaventa, artista di formazione accademica, attivo soprattutto come intagliatore di casse processionali e immagini sacre, come restauratore di antiche sculture e modellatore di apparati decorativi che dà qui prova di saper utilizzare un linguaggio colto e raffinato, di grande efficacia e piacevolezza compositiva.
Il Presepe del Re consta in tutto di 84 sculture, tra figure e animali, di cui 60 sono manichini in legno di tiglio scolpito policromo, con articolazioni snodabili in legno duro, e altezze variabili fino a un massimo di 77 cm; tutte le figure hanno inoltre gli occhi in pasta di vetro. Davvero “regale” nell’ampiezza e per la qualità delle sue componenti: la Sacra Famiglia costituisce naturalmente il nucleo centrale, insieme agli angeli, ai tre sontuosi magi, agli
armigeri e ai soldati. Ogni statuina è impreziosita da eleganti ed elaborati costumi in seta, cotone, velluto, tela jeans. Gli abiti sono dotati di passamanerie in argento e filo d’oro, corpetti e armature in cuoio
e metallo argentato che fanno di ogni singolo personaggio un piccolo capolavoro.
Accessori sofisticati come corone e sciabole, lance e scudi in metallo sbalzato, catene e cinture in cuoio, utensili e attrezzi vari, indicano una committenza di altissimo rango e di cospicue disponibilità economiche. Qualità e mestiere nelle parti scolpite si possono apprezzare sia nei pastori che nei popolani, con una varietà di intonazioni, un gusto spiccato per il dettaglio di pregio, una forza plastica di impostazione classica che trova riscontri anche nel variopinto serraglio formato, oltre che dal bue e dall’asinello, dai tre magnifici cavalli dei magi, da due esotici cammelli e, poi, come da tradizione, da mucche e pecore, capre e montoni.