"Musica d’evasione" al museo del Carcere Le Nuove
Imparare un mestiere per emanciparsi dalla schiavitù sessuale. Questo il progetto benefico che vede impegnate tre ONLUS per una raccolta fondi. Presentata e condotta da Antonio De Salvia, la "Serata di blues e solidarietà", che si svolgerà il prossimo 28 maggio, alle 20.30, presso il teatro dell'ex carcere "Le Nuove", a Torino, è stata organizzata da l'Associazione Nessun uomo è un'isola, l'Università del Perdono e l'Associazione Sant'Andrea, insieme per sostenere il Groupe Espoir - R.D. Congo.
Da oltre vent'anni la guerra civile insanguina la Repubblica Democratica del Congo e durante i continui scontri tra le diverse fazioni militari, donne e ragazze - alcune ancora bambine o preadolescenti - diventano preda dei soldati. Vengono violentate, torturate, mutilate e, talvolta, brutalmente uccise.
Le vittime che sopravvivono restano abbandonate a loro stesse, non sono difese dallo Stato e vengono emarginate dalle comunità e dalle famiglie perché portatrici della "colpa" dello stupro subito. Per ora il progetto può sostenere solamente 21 ragazze del territorio di Walungu, - zona est dello stato centrafricano -, con età compresa tra i 14 e i 20 anni che sono riuscite a sottrarsi alla schiavitù sessuale, ma l'obiettivo preventivato e dichiarato è quello di incrementarne il numero.
La serata si svolgerà con il concerto del gruppo musicale torinese Folsom Brothers, da oltre 10 anni impegnato a riscoprire e a riproporre in Piemonte i brani della musica blues tradizionale, attraverso la realizzazione di spettacoli teatrali, che vedono unire l'esibizione musicale dal vivo all'utilizzo di filmati originali e l'impiego di strumenti della tradizione americana.
Durante il concerto ci sarà spazio per la presentazione nel dettaglio del progetto Groupe Espoir - R.D. Congo, accompagnato dalle riflessioni di Gianfranco Testa, fondatore e promotore dell'Università del Perdono, il cui intento è quello di "sollecitare l'attenzione e far recepire la proposta per conoscere e sperimentare l'utilità della pratica del Perdono come capacità personale e risorsa umana disponibile per tutti da rivolgere a se stessi per prendersi cura e migliorare la relazione con se stessi e con gli altri, anche dopo essere stati vittime di offese e ferite fisiche, psicologiche e morali".