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"Utamaro, Hokusai, Hiroshige", in mostra alla Promotrice delle Belle Arti le luci e i colori del Sol Levante

In esposizione, tra i 300 capolavori, anche "La grande onda"

"Utamaro, Hokusai, Hiroshige – Geishe, Samurai e la Civiltà del Piacere" è il titolo della mostra che verrà ospitata dal 23 febbraio al 25 giugno alla Promotrice delle Belle Arti di Torino. L'esposizione, nel cuore del Valentino, curata da Francesco Paolo Campione, direttore del Musec (Museo delle Culture di Lugano) e prodotta da Skira in collaborazione con il Musec e la Promotrice, racconterà le suggestioni, le luci e i colori del Sol Levante. In particolare si concentrerà sul periodo "Edo" - 1603-1868 -, una determinata stagione storico-artistica del Giappone in cui la classe rica dei mercanti si dedicò ai piaceri dell'esistenza, tra spettacoli del kabuki, acquisto di opere d'arte e frequentazione delle geishe nelle case da tè.

Saranno  300 i capolavori in mostra a Torino, suddiviso in nove sezioni tematiche, alcuni dei quali per la prima volta esposti in Italia. Alla Promotrice si potranno ammirare le stampe dei maggiori maestri dell’Ukiyo-e, tra cui Hokusai, Hiroshige, Utamaro, Kuniyoshi, Yoshitoshi, Sharaku. Si tratta, nello specifico, di 30 disegni preparatori, 24 stampe di paesaggio di Hiroshige, una ventina di stampe di "fiori e uccelli" (kachōga), una quarantina di stampe di attori kabuki (yakushae), una quarantina delle cosiddette stampe "di belle donne" (bijinga), circa 30 stampe e 20 libri di carattere erotico (shunga), una ventina di stampe di guerrieri ed eroi (mushae).

L’ultima sala, che sarà certamente quella più ambita dai visitatori, sarà dedicata all’eredità iconografica e stilistica dell’Ukiyo-e con la Grande Onda di Hokusai e un' installazione immersiva.

Ma ci saranno anche armature di samurai, kimono, maschere teatrali, rare matrici di stampa, preziosi ornamenti femminili, sculture in pietra e stendardi. Tutto materiale che proviene dalla collezione del museo di Lugano, dal Museo di Arte Orientale di Venezia, dal Museo di Arte Orientale di Torino, dal Civico Museo d’Arte Orientale di Trieste, dalla Fondation Baur Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra e da importanti collezioni private.

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