Terje Nordgarden presenta il nuovo disco alle Officine Corsare
Giovedì 16 ottobre spazio alla musica indipendente alle Officine Corsare con il concerto del cantautore norvegese trapiantato in Italia: Terje Norgarden. L'artista per festeggiare il suo decimo anno di permanenza nel nostro paese ha pubblicato un disco contenente dieci personali interpretazioni di alcune delle più belle canzoni dell'ultimo decennio di musica indipendente italiana, a partire da Paolo Benvegnù che ha prodotto alcuni dei suoi precedenti dischi, passando dai Marta Sui Tubi, fino ad arrivare a Cristina Donà e molti altri. , giovedì 16 ottobre spazio alla musica indipendente con il concerto del cantautore norvegese trapiantato in Italia: Terje Norgarden. L'artista per festeggiare il suo decimo anno di permanenza nel nostro paese ha pubblicato un disco contenente dieci personali interpretazioni di alcune delle più belle canzoni dell'ultimo decennio di musica indipendente italiana, a partire da Paolo Benvegnù che ha prodotto alcuni dei suoi precedenti dischi, passando dai Marta Sui Tubi, fino ad arrivare a Cristina Donà e molti altri.
L'amore per l'Italia da parte di musicisti norvegesi ha origini lontane e risale ad almeno a un decennio fa. Era difatti il 2003 quando Terje Nordgarden, da Hamar, approdò in quel di Bologna forte della sua chitarra e di una passione viscerale per Springsteen, Dylan, Nick Drake, Elliot Smith e tutto quanto ha fatto grande il songwriting in lingua inglese nel secolo scorso. Da lì, e più precisamente da via Zamboni dove Terje suonava spesso come busker, il nostro ha iniziato una seconda vita italiana fatta soprattutto di musica. Bologna, e poi Firenze, Aci Trezza in Sicilia e quattro dischi uno più bello dell'altro realizzati anche grazie alla collaborazione con diversi musicisti della scena indipendente del nostro Paese (Paolo Benvegnù su tutti).
Oggi Nordgarden festeggia i dieci anni in Italia con un lavoro anomalo e bellissimo: "DIECI" raccoglie infatti dieci riletture di brani in italiano scritti da artisti che con lui hanno condiviso la strada o semplicemente canzoni tanto intense da meritare ancor più visibilità di quella decennio hanno contraddistinto il viaggio musicale di Nordgarden, tra folk, rock, jazz, senza dimenticare un'indole pop nobile ma verace, da autentico crooner di strada, che proprio in un lavoro come questo emerge in tutta la sua forza emotiva.
E' così che, per fare qualche esempio, Terje trasforma Cerchi nell'acqua di Benvegnù in una ballad potente ed elegante o riarrangia L'invasore (di Andrea Franchi) come se l'avessero suonata gli Wilco. Ed è per gli stessi motivi che Invisibile di Cristina Donà diventa un piano-voce lunare e La mia rivoluzione di Marco Parente parte folk alla Nick Drake per esplodere elettrica con un cantato dal respiro decisamente soul. Ma il discorso vale anche per gli altri brani di Marta sui Tubi, Paolo Mei & il Circo d'Ombre, Iacampo, Cesare Basile e per due canzoni la cui presenza in tracklist è ancora più sorprendente: si tratta di Dove mi perdo di Grazia Di Michele e di un omaggio a Claudio Rocchi con una versione alla Tim Buckley di La realtà non esiste.
Ma al di là delle singole tracce la forza di questo disco sta forse nel modo con cui Nordgarden reinterpreta le canzoni. L'accento nordico nel pronunciare parole in italiano e la voce di questo artista per l'Italia e per le persone incontrate in dieci anni di vita qui. A cui Terje canta uno splendido ed emozionante "grazie".