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Venerdì, 19 Aprile 2024
ALL'INAUGURAZIONE

Vittorio Sgarbi alla grande mostra degli impressionisti a Torino: "Giusto cominci qui, la città più moderna d'Italia"

Quasi 300 opere in esposizione al Mastio della Cittadella fino al 4 giugno

Un'imperdibile esposizione sarà visitabile per i prossimi 4 mesi a Torino. Da oggi, sabato 11 marzo, fino a domenica 4 giugno, al Mastio della Cittadella, in corso Galileo Ferraris 0, è stata allestita la mostra "Impressionisti tra sogno e colore", prodotta dalla società Navigare Srl. Una grande opportunità per gli amanti dell'arte visto che ripercorre la storia di questo rivoluzionario movimento artistico dell'Ottocento dalle origini, fino ai post-impressionisti, sottolineando anche i grandi cambiamenti che ebbero inevitabilmente un riflesso sul mondo dell'arte come l'industrializzazione, la nascita del cinema, la fotografia, l'elettricità, il telefono.

Ieri, venerdì 10 marzo, al vernissage durante il quale il curatore Vincenzo Sanfo ha illustrato la mostra, ha partecipato anche il viceministro alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che ha sintetizzato così il suo giudizio: "È una mostra che collega Torino, con la sua tradizione e la sua civiltà legata alla Francia, al momento in cui l’arte moderna non è più arte italiana, ma è arte francese e quindi, chi viene a visitare questa mostra sente qualcosa che non è soltanto di Monet, di Sisley o di Renoir, ma è di un mondo cambiato, una sensibilità diffusa, è la necessità di essere tutti impressionisti. In fondo, lo siamo, siamo tutti impressionisti. Questa è una mostra della sensibilità che ognuno di noi ha dentro di sé, di un mondo che è cambiato. L’arte moderna comincia qui ed è giusto che cominci da Torino, la città più moderna di Italia".

Impressionisti tra sogno e colore: le opere 

L'importanza della mostra "Impressionisti tra sogno e colore" si evince anche dal fatto che, per la prima volta in Italia, sono esposte in una mostra opere rappresentative di tutti gli artisti partecipanti alle 8 mostre impressioniste, tenutesi tra il 1874 e il 1886, con 45 dipinti ad olio, 23 opere tecnica mista, opere grafiche, studi preparatori, ceramiche, sculture.

La mostra di Torino è suddivisa in tre sezioni per individuare le origini, la varietà stilistica e gli sviluppi del movimento artistico. La prima sezione Da David all’École de Barbizon, i fermenti dell’Impressionismo è dedicata ai cosiddetti pre impressionisti, con opere di 40 artisti (16 dipinti) tra le quali il dipinto Etude pour la mort de Sardanapale di Delacroix, tre dipinti di Courbet, disegni, acqueforti e l’arazzo Le spigolatrici di Jean-François Millet, oltre ad una rarissima serie di cliche-verre di Corot e Daubigny che accompagnano disegni e dipinti dei protagonisti dell’École de Barbizon che, assieme a Gustave Dorè, Eugene Boudin, e i dipinti dalle delicate atmosfere di Firmin-Girard, compongono le suggestioni che sono alla base della nascita dell’Impressionismo.

La seconda sezione, L’Impressionismo, vede raccolte oltre 150 opere di circa 50 artisti (16 dipinti) che del movimento impressionista furono i protagonisti, con successiva maggiore o minore fortuna. In questa sezione trovano posto, quindi, dipinti, disegni e acqueforti di Degas, Pissarro, Cézanne, xilografie e sculture di Gauguin; il dipinto Vase de fleurs di Manet insieme ad alcune sue litografie, come il ritratto di Berthe Morisot, e l’acquaforte Bar aux Folies Bergère; i piatti in ceramica dipinta di Bracquemond e l’acquaforte di Renoir del celebre dipinto La loge. Tra le opere si segnala La Saone se jetant dans les bras du Rhône, uno dei pastelli più grandi esistenti al mondo di Renoir.

La terza sezione è dedicata a L’eredità dell’Impressionismo, rappresentata attraverso le opere di 30 artisti (13 dipinti) come Bonnard, Toulouse-Lautrec, Suzanne Valadon e il figlio Maurice Utrillo, Emile Bernard, Vlaminck e molti altri.

L’esposizione, realizzata con il contributo di un comitato scientifico internazionale composto da Vittorio Sgarbi, Gilles Chazal (ex direttore del Petit Palais di Parigi), Maïthé Vallès-Bled (già direttrice del Musée des Beaux-Arts di Chartres e del Musée Paul Valéry di Sete), Alain Tapié (Storico dell’arte, direttore della Collezione Peindre en Normandie), sarà aperta dal lunedì al venerdì ore 9:30 - 19:30; sabato, domenica ore 9:30 - 20:30. Biglietto intero 13 euro (feriali), 15 euro (weekend).

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