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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mostre Centro / Via Po

Balla, Carrà e Boccioni: i grandi futuristi al Museo Accorsi-Ometto

"L'antigrazioso" è l'opera più preziosa in esposizione: è stata assicurata per un valore di 15 milioni di euro

Da oggi, 2 marzo, e fino al prossimo 18 giugno, al Museo Accorsi-Ometto di Torino, si potrà visitare "Dal Futurismo al ritorno all'ordine". Un'esposizione di 72 opere a cura di 45 autori diversi, realizzata grazie a Nicoletta Colombo in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio, che ripercorrono il decennio cruciale della pittura italiana, tra il 1910 e il 1920.

Proponendo un ideale fil rouge con la precedente mostra - "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla" - questo evento intende dare una generale panoramica sull'atmosfera di grande e innovativo fermento artistico nato all'inizio del 900.  Si parte proprio dal 1910, anno in cui Carlo Carrà, Umberto Boccioni e Luigi Russolo - il meglio noto "trio d'oro" - furono gli autori del Manifesto dei pittori futuristi: un documento simbolico che mise in luce, in un clima di esaltazione e non poche polemiche, la ribellione dei giovani nei confronti dell'arte cosiddetta tradizionale. 

Ed è proprio di Boccioni il dipinto di maggior valore esposto: L'antigrazioso, opera icona del periodo che mostra le evidenti contaminazioni dell'autore dall'ondata cubista. Il dipinto proviene da collezionisti privati ed è assicurato per 15 milioni di euro. Della sezione dedicata al Futurismo storico spiccano i lavori del teorico dell'avanguardia, Filippo Tommaso Marinetti e ancora di Enrico Prampolini, Giacomo Balla, Mario Sironi, i toscani Ardengo Soffici e Primo Conti e Fortunato Depero.

Di quest'ultimo si potrà ammirare "Paesaggio guerresco. Esplosioni giallo e nero e tricolori", dove il riferimento alla natura è evidente tra un mix ben calibrato di simboli e colori. La seconda sezione è dedicata a simbolismi, secessionismi e primitivismi, con giovani avanguardisti come Alberto Martini e Lorenzo Viani, Ferruccio Ferrazzi e Felice Casorati. La rassegna artistica si chiude poi con la crisi delle avanguardie e il ritorno all'ordine.

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