"Mausoleo a 33 giri", la musica e la grafica negli anni 60-80
Dal 22 marzo al 22 aprile, al Mausoleo della Bela Rosin, la mostra "Mausoleo a 33 giri". Un disco al giorno. 365 copertine dei long play più significativi dove la musica diventa immagine prima di videomusic e dell’avvento del formato CD. Questo è Mausoleo a 33 giri. Un viaggio dentro la musica che ha cambiato il mondo negli ultimi 50 anni. La mostra vuole offrire “un muro” di copertine di vecchi e nuovi 33 giri esposte in pareti di cellophane. Quanto basta per garantire un effetto trasparenza che permetta di sbirciare tra il riconosciutissimo album “The dark side of the moon” (1973) degli inglesi Pink Floyd o lo psichedelico “Volunteers” degli americani Jefferson Airplaine (1972) o gli italianissimi Banco del Mutuo Soccorso nel loro mitico salvadanaio o le bollicine del Vasco Rossi nazionale.
“Mausoleo a 33 giro” presenta un percorso nell’emozione del suono, un ingresso in quel baule di immagini e musiche che sono state la colonna sonora di oltre mezzo secolo di cultura giovanile e non solo. Cultura, e non subcultura, concetto oggi ormai chiarito, se ce ne fosse ancora bisogno, anche dal Nobel di cui è stato insignito Bob Dylan nello scorso 2016. L’esposizione “Mausoleo a 33 giri” è un omaggio a un tempo scomparso, quando gli album puntavano a essere capolavori unitari dalle trame ambiziose.
È proprio la forma stessa del Mausoleo della Bela Rosin ad aver suggerito l’idea. Infatti la sua architettura offre l’insolita pianta circolare, come “il piatto” di un vecchio giradischi. Basta “metterci la puntina” per aprire un mondo capace di farci immergere in un mare di musica e di parole in circolo.