"Lines and Notes", danza e musica classica al Teatro Murialdo
Cinque linee, tante macchioline nere. Macchioline che si arrampicano e si rotolano tra queste cinque corde, scavalcandole o facendosi attraversare da esse. Proprio come il corpo di un ballerino, che nel tentativo di ottenere l’obiettivo più agognato, la linea, si volta e si rivolta facendo vibrare il suo corpo a ritmo dei suoni quando quelle piccole chiazze nere entrano nelle mani di un violinista, e rimbalzano sui tasti di un pianoforte. Questa è l’idea di "Lines and Notes", lo spettacolo che unisce la danza contemporanea più corporale e più audace ad alcuni dei più aulici brani di musica classica mai composti. Ma non si sono accontentati di questo Michela D’Amico e Matteo Veltro, i venticinquenni torinesi creatori e realizzatori materiali dell’opera (violinista, lei, danzatore e coreografo, lui).
Hanno voluto indagare nuove sinergie, e creare un ulteriore parallelismo, oltre a quello già tanto ampiamente utilizzato e nobilitato dai nomi più celebri dell’una e dell’altra disciplina artistica tra musica e movimento. Incuriositi da un’immagine trovata su un libro, hanno voluto inserire anche altre linee, le linee che compongono le onde cerebrali che il nostro organo sovrano produce quando compiamo la più semplice ma anche la più fondamentale delle attività umane: dormire.
Ed è così che, partendo dal I movimento della Sonata n.1 op. 78 per violino e pianoforte di J. Brahms, a cui vengono abbinate le onde beta emesse durante lo stato di allerta, si inizia un viaggio che tocca le onde alfa e le onde theta, come fossero corde che, pizzicate, vibrano con la musica dello Scherzo op.42 di P. Tchaikovsky e con l’Allegretto espressivo alla Romanza della Sonata n.3 op.45 di E. Grieg, che ci accompagna nel sonno lieve, su cui si scatena l’Allegro della Sonata per violino di C. Franck, per poi piombare nel sonno profondo, che si culla sulle note malinconiche e strazianti del Larghetto dei Quattro pezzi romantici op.75 di A. Dvo?ák, per poi culminare nella fase REM, su cui esordisce il secondo brano della medesima composizione ed, infine, la maestosa Ciaccona di T. A. Vitali.
Sulle note di queste musiche il corpo dell’unico ballerino in scena danza facendo suo uno stile fortemente sinergico, basato sull’imitazione e sull’armonia interpretativa, favorendo, per così dire, una vera e propria visualizzazione della musica. I suoni diventano, così, quasi tangibili, trasformandosi nella vibrazione del corpo su un trillo del violino, in movenze di estrema dolcezza ed eleganza su una frase cantabile, in salti sfrenati sugli accordi più irruenti, nella caduta a terra su una cadenza conclusiva dei due strumenti. Uno spettacolo davanti al quale chi vi assiste non ha che l’imbarazzo di scegliere da quali suggestioni farsi trasportare. In scena, in data unica, venerdì 9 febbraio 2018, ore 21, al Teatro Murialdo di Torino.