"La table", performance di circo contemporaneo a "Solo in teatro"
La stagione Solo in Teatro, ideata dalla regista e coreografa Caterina Mochi Sismondi e prodotta da Fondazione Cirko Vertigo, riparte nel nuovo anno. Il 30 gennaio alle 21, su www.niceplatform.eu, si potrà vedere la performance di circo contemporaneo, "La table". La performance è preceduta da un’intervista con la protagonista e dalle immagini del suo dietro le quinte della residenza artistica e delle prove al Teatro Café Müller.
Lei è una donna che ama troppo, lui, Monsieur Renard, una volpe impagliata. L'ispirazione per lo spettacolo La Table - Composizione per donna e volpe è tratta dal bestseller Donne che amano troppo, della psicologa americana R. Norwood. Il testo descrive storie diverse di donne che si trovano in una relazione con un uomo e con un punto in comune: il bisogno viscerale di essere assistiti, per l'uomo, e di assistere, per la donna.
La Table è così un solo di circo sulla dipendenza affettiva, è la descrizione di una lotta sottile che si svolge intorno a un tavolo, tra i muri di casa, in un ambiente privato, nascosto a un mondo esterno che supporta apparenze tanto perfette quanto false, tra una donna appassionata, lunatica, creativa e acrobatica, dipendente dalla propria autodistruzione, e Monsieur Renard, la volpe, che è l’uomo egoista e manipolatore, incapace di amare ma che vuole tenere per sé e per il proprio agio l’amore cieco della donna.
Con ironia e attraverso il linguaggio circense, Tiziana Prota racconta una storia sulla ricerca dell'affermazione di se stessi e dell'illuminazione che conduce a un'autentica libertà e mostra come l'amore di sé sia la chiave della felicità e di una relazione sana . La Table è un suo progetto personale: l'artista esprime il suo desiderio di creare in una dimensione stilisticamente autonoma, libera dalle regole o dalle mode prevalenti nel suo ambito artistico, per comunicare direttamente ed emotivamente con il pubblico. Tiziana invita tutti ad allontanare quello che fa soffrire, a rifiutare l’idea stessa che si debba soffrire, soprattutto per amore, a vivere, insomma, una vera storia d’amore con sé stessi.