"Joan il cigno", storie di pattini al Teatro Rsa Carlo Alberto
Domenica 17 giugno 2018 alle ore 16.30, presso il Teatro RSA Carlo Alberto, sito in Corso Casale, 56 a Torino, continua la rassegna di nuova drammaturgia della scena “Dizionario dell’Indicibile”, con lo spettacolo scritto da Alan Mauro Vai, diretto da Tita Giunta e interpretato da Elisa Gandolfi, “Joan Il Cigno”, che vanta la selezione al prestigioso Premio Angrisano 2018 di Napoli. "Dizionario dell'Indicibile" è costituito da un ciclo di quattro spettacoli che interrogano il contemporaneo con risposte dislocate su frequenze diffuse: drammaturgia nuova alla ricerca del Limite Espressivo per un Dizionario dell'Indicibile.
La rassegna è resa possibile dalla fondamentale attività di Cristina Colaci dell’RSA Carlo Alberto, che ha curato l’aspetto logistico e organizzativo dell’evento, e dalla collaborazione con la Cooperativa Sociale Quadrifoglio, che ha concesso i locali del Teatro a titolo totalmente gratuito. L’ingresso allo spettacolo è libero e gratuito, con prenotazione obbligatoria alla mail info@corechrysalis.it o chiamando il numero 349.2701625.
Joan sogna di diventare una bravissima pattinatrice su ghiaccio, ma quando la sua famiglia si oppone, si rifugia in se stessa, percorre strade sbagliate, la sua mente si annebbia, incontra un uomo, molto più grande di lei che la convince a seguirla. Si allontana così da casa, viene drogata, perde il contatto con la realtà, crede di essere un cigno. L’incontro con il pittore Gustav la porterà a intraprendere un cammino di riabilitazione e di rinascita: ricorderà la sua passione e ritornerà a pattinare sul ghiaccio riaffermando finalmente la sua personalità.
Joan, il cigno è un testo di drammaturgia contemporanea, scritto da Alan Mauro Vai, affronta il delicato tema dell’impossibilità di realizzare se stessi, della faticosa lotta di una ragazza fragile che tenta di affermare la propria individualità e personalità. Joan, come a volte capita ai ragazzi adolescenti, viene manipolata da un uomo che si approfitta di lei, la avvicina alla droga e poi la abbandona a se stessa. Lo spettacolo sprona il pubblico a riflettere, utilizza un linguaggio poetico, crea una commistione profonda tra la parola e l’arte del pattinaggio su ghiaccio, portando in scena una disciplina poco rappresentata in ambito teatrale.